Covid/ Il caso

Fugatti vuole gli asili aperti fino a fine luglio: il «no» delle maestre che raccolgono 1400 firme in tre giorni

Il rifiuto di prolungare l’anno: «Stiamo garantendo il servizio da un anno in condizioni difficili, anche noi abbiamo una famiglia». E sull’ipotesi di prolungamento «Non c’è un progetto, non ci sono dati, è il nulla di nulla»

TRENTO. Millequattrocento persone, la maggior parte insegnanti delle materne, hanno firmato la petizione contro l'ipotesi di Fugatti di prolungare il calendario scolastico degli istituti per l'infanzia. Millequattrocento in appena tre giorni (l'iniziativa è stata lanciata domenica scorsa).

L'idea del presidente della Provincia è che le materne potrebbero rimanere aperte un mese in più, fino alla fine di luglio, proprio come l'anno scorso. Fugatti vorrebbe così venire incontro ai genitori che dopo aver perso settimane di lavoro a causa della pandemia dovranno lavorare di più in estate.

Ma gli insegnanti, stavolta, vogliono essere ascoltati e per questo hanno lanciato la petizione.«Noi non ci siamo mai fermati», dice Grazia Modugno che insegna in un istituto gestito dalla Provincia. «Anche in questi giorni di lockdown lavoriamo in presenza per i bambini con bisogni educativi speciali e per i figli dei lavoratori del comparto sanitario; da remoto per tutti gli altri. In estate le scuole dalle elementari in su rimangono chiuse tre mesi e nessuno si scandalizza: perché noi dovremmo aprire?».Modugno ne canta quattro alla Provincia. «Nessuno ascolta le insegnanti: vorremmo che adesso lo facessero. Vorremmo avere un incontro».La protesta è fondata su vari punti.

Primo: «Anche noi abbiamo dei figli: dove li mettiamo a luglio se ci tocca lavorare?».

Secondo: «La soluzione "assistenziale" non è funzionale, altrimenti tutti gli anni siamo punto e daccapo. L'anno scorso a luglio vennero a scuola anche dei bimbi che avevano le mamme a casa, non solo i figli dei genitori cui toccava lavorare».

Terzo: «Durante l'anno scolastico noi insegnanti non possiamo fare le ferie (possiamo prendere al massimo 6 giorni non consecutivi): ci toccherà andare in vacanza in agosto - come nel 2020 - quando i prezzi sono più alti?».

Quarto: «All'inizio dell'anno i genitori hanno ricevuto un calendario chiaro: scuole dell'infanzia aperte dal 3 settembre al 30 giugno. Chiediamo al presidente della Provincia che vi si attenga e dia modo alle insegnanti di usufruire dei 32 giorni di ferie annuali e di recuperare quelli inutilizzati la scorsa estate a causa della prima emergenza».

E non dimentichiamolo mai: le scuole dell'infanzia non si chiamano così per sbaglio, ma perché «sono scuole in tutto e per tutto», tiene a ribadire Ornella Bosio, insegnante in un istituto equiparato della Federazione. «Non devono trasformarsi in un "parcheggio" dove sistemare i bimbi, anche se siamo consapevoli delle necessità dei genitori». Le insegnanti seguono i piccoli «secondo una precisa progettazione pedagogico-educativa, secondo programmi appositi, e partecipano costantemente a corsi d'aggiornamento».Ma i bambini hanno bisogno anche d'altro: «Il fatto che in estate possano sperimentare proposte diverse, con figure diverse, contribuisce alla loro formazione. Cambiando ambiente il bimbo e la bimba imparano ad adattarsi». Le scuole, inoltre, non sono fatte per l'estate, «non abbiamo piscine o giochi d'acqua».

Anche Cinzia Mazzacca, segretaria provinciale della Flc Cgil, dice «no a inutili fughe in avanti. Per rispondere alle richieste delle famiglie durante i mesi di luglio e agosto occorre prima di tutto comprendere i loro reali bisogni, per poi organizzare un servizio educativo con l'assunzione di nuovo personale qualificato a cui dare un'opportunità lavorativa». In ogni caso «la soluzione dovrà essere il frutto di un confronto con il mondo scolastico e sindacale. Non può decidere il presidente Fugatti in modo del tutto unilaterale». Anche perché nonostante la complessità dei protocolli e le misure anti-contagio «tutti gli insegnanti hanno svolto un lavoro egregio assicurando ai bambini e alle bambine un'esperienza educativa di qualità. La Provincia ne prenda atto».

Stefania Galli (Cisl) prende atto invece che per la scuola dell'infanzia «non ci sono progetti, idee, concorsi per assunzioni. Nulla di nulla. Pare che tutto il sistema giri intorno al mese di luglio, e solo a quello».E si potrebbe chiudere un occhio se i dati confermassero la reale necessità di un prolungamento del calendario scolastico, ma «non c'è nessun dato», sospira Marcella Tomasi (Uil). «Sono mesi - da settembre, per la precisione - che chiediamo quelli dello scorso luglio per capire costi e benefici, ma non abbiamo ottenuto risposta. Abbiamo però i racconti delle insegnanti che dicono di casi in cui si siano ritrovate in quattro per tre bambini soltanto».Tomasi mette in guardia Fugatti su un altro aspetto della questione: come la mettiamo, dice, col "terzo settore"? Come lo diciamo alle cooperative sociali e alle associazioni che l'estate, per loro, potrebbe accorciarsi di un mese? «C'è gente che sbarca il lunario grazie a quei due mesi di lavoro», conclude.

Nella foto: il cartello di protesta che è apparso su Facebook da parte di alcune maestre

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