Emigrazione / Trentini all’estero

Dalla Cina alla Svezia, senza dimenticare il suo amato Trentino

Prosegue il nostro viaggio tra i nostri giovani che hanno deciso di trasferirsi all’estero per vivere e lavorare. Il protagonista di questo racconto è il roveretano Marco Mazzola

LA STORIA/1 Jessica e Nicola, da Londra all'Argentina
LA STORIA/2 Dal Trentino alla Russia

TRENTO. E’ partito da Rovereto dopo essersi diplomato all’Ipc per la Cina dove ho lavorato come cuoco, poi ha fatto molte altre esperienze. Ora vive in Svezia e frequenta un corso di magistrale biennale in studi orientali. Non ha però mai dimenticato le sue origini e, attraverso Mondo Trentino (gennaio 2021), si è raccontato.

Chi sei e da dove vieni?

Ciao a tutti. Mi chiamo Marco e sono roveretano. 

Qual’è il tuo percorso di studi e perché la scelta iniziale di diventare cuoco?

Quando ho scelto l’istituto alberghiero, la ragione era che mi è sempre piaciuto cucinare e dare una mano a mamma. Inoltre a quell’epoca non mi piaceva studiare, e non pensavo che un giorno avrei fatto l’università. Avevo tre scelte: l’alberghiero, l’istituto Barelli e l’istituto metalmeccanico.

Quali passaggi ti va di raccontare del tuo percorso di vita, formativo e lavorativo?

Il terzo anno dell’istituto alberghiero è stato un periodo di cambiamenti, con l’aiuto dei miei genitori e amici vicini, ho capito che sarebbe stato meglio aderire al progetto “ponte” e poi una volta finito l’alberghiero, andare all’IPC e fare il quarto e quinto anno e diplomarmi. Questa scelta fatta la ritroverò molto azzeccata 4 anni dopo. Appena diplomato all’Ipc sono partito per la Cina dove ho lavorato come cuoco. Quel periodo non è stato per nulla semplice, avevo 19 anni, non parlavo benissimo inglese e ancora meno tedesco.

I primi sei mesi sono stati a dir poco un inferno; non capivo nulla e non mi capiva nessuno. Nessuno dei cuochi parlava inglese, l’unico che parlava un inglese perfetto era il general manager e il direttore del F&B. Da lì lo stimolo a imparare il cinese. La prima città dove ho vissuto si chiama Liuzhou, nella regione del Guangxi, sud della Cina. A un’ora di volo da Hong Kong per intenderci, nell’entroterra.

La straordinaria storia di Marco Mazzola

Quella del roveretano Marco Mazzola è una storia fantastica. Dopo gli studi in Trentino è partito alla scoperta del mondo: è andato in Cina, terra che ha amato moltissimo, ora vive in Svezia. Ma non ha mai dimenticato la sua terra d'origine

Vivendo in un ambiente con pochi stranieri e solo cinesi ho potuto imparare il cinese ai livelli che ho raggiunto ora, grazie a una totale full immersion nella lingua. Questo anche merito della mia prima amica cinese, lei mi ha aiutato moltissimo.

Dopo un anno mi sono spostato a Shanghai dove ho lavorato per 10 Corso Como di Carla Sozzani, e dopo un anno ho fatto parte del team per aprirne uno nuovo a Pechino. A quel punto facevo il manager del ristorante, non ero più in cucina, dato che volevo imparare qualcosa di nuovo e perfezionare la lingua cinese. Dopo quasi un anno sono stato assunto all’hotel Ritz-Carlton, e in seguito, il general manager che da qualche mese si era trasferito a Dubai al Waldorf Astoria Hotel, mi ha chiamato per lavorare con lui. Così ho accettato. Era il 2015, l’inquinamento a Pechino era elevato, quindi, con gioia ma anche molta tristezza, ho lasciato la Cina per gli Emirati Arabi Uniti.

L’esperienza è stata deludente e un anno dopo ero già tornato in Cina, all’università Jiao Tong di Shanghai per un corso di laurea quadriennale in Economia in cinese mandarino.

Sappiamo che hai vissuto e lavorato per molto tempo in Cina, l’approccio ad una lingua così diversa dev'essere stato impattante, oppure no? E’ stato difficile imparare il cinese mandarino?

Sì, l’approccio a una lingua e anche a una cultura così diversa è stato uno shock, il cosiddetto culture shock. Dopo appena qualche mese lì ero già innamorato della lingua, la cultura, i caratteri cinesi, la storia millenaria e i posti bellissimi di cui la Cina è ricca, come anche l’Italia e il nostro amato Trentino. Per imparare una lingua così diversa, prima di tutto direi che ci vuole la pazienza di ascoltare, ripetere e “copiare” i cinesi, così da imparare la pronuncia perfettamente come loro. Inoltre il coraggio di fare errori, parlare con tutti e non aver paura di sbagliare. Il commettere errori dopo essere stato corretto, mi ricordavo la parola e mi permetteva la pronuncia giusta ancor meglio di averla studiata da un cd o letta su un libro.

Il fatto di vivere e lavorare nel paese straniero aiuta moltissimo a integrarsi e imparare la lingua.

Dove ti ha portato il tuo lavoro e l’indole del viaggio?

Prima in America durante i miei due anni all’ IPC Don Milani. Poi in Cina durante l’estate dalla quarta e quinta superiore. Negli UAE dopo i primi tre anni in Cina e dopo la laurea all’università Jiao Tong. A Lund in Svezia per un master biennale in Studi Orientali.

Dove vivi attualmente?

Attualmente vivo a Lund in Svezia; Lund è una cittadina come Trento molto famosa nell’Europa del nord grazie alla prestigiosa università. Si trova a 10 minuti di treno da Malmö e mezz’ora da Copenaghen. Ora studio in un corso di magistrale biennale in studi orientali.

Come hai vissuto e come stai vivendo la situazione attuale legata al Coronavirus in un paese come la Svezia?

Qui ci sono poche restrizioni, la vita è normale. A parte le lezioni che vengono fatte online, tutto il resto, come vedere gli amici, andare al ristorante o in palestra, si può fare. 

Naturalmente dovessi prendere un mezzo pubblico o dovessi andare al supermercato durante le ore di punta, indosserei la mascherina. Anche perchè , dopo aver vissuto per anni in Cina, sono abituato a portarla. Quando vivevo a Pechino, la portavo tutti i giorni.

Come vedi il tuo futuro prossimo appena si potrà sbloccare la situazione Covid-19? Sappiamo che hai in progetto la scrittura di un libro?

Si, sto scrivendo un libro in cinese della mia vita e degli anni che ho passato in Cina, con tutte le mie avventure e i posti che ho visitato. Non vedo l’ora di finirlo per poi parlarne coi miei professori dell’università in Cina e poi pensare, magari, a una futura pubblicazione. Oltre a questo progetto, vorrei un giorno lavorare in qualche istituzione europea, svedese o italiana che abbia collaborazioni con la Cina, dato che sta diventando sempre più importante e potente a livello globale e italiano col progetto della “Nuova via della seta” firmato due anni fa tra i due governi.

Vuoi lasciare un messaggio a tutti e trentini?

Vorrei dire a tutti di non lasciarsi scoraggiare da questo periodo difficile. Siamo tutti sulla stessa barca. Ora che si è trovato il vaccino, riusciremo a tornare alla normalità pre pandemia. Ultimo pensiero: dopo aver viaggiato tanto per il mondo, e sperando di poter continuare a farlo, resto dell’idea che il nostro Trentino è ancora uno dei posti migliori!  Auguro a tutti voi un futuro migliore; di sorridere di più, di essere contenti e felici ogni secondo, ogni giorno e ogni anno; e che rimaniate sani e forti sempre! Grazie a tutti i lettori e a presto! Stay healthy and safe!

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