Politica/ Il caso

Savoi non si presenta in Consiglio, le minoranze attaccano, i Verdi: lasci la carica in Regione

Dopo le frasi sessite a Rossato e Ambrosi, si è dimesso da presidente della Lega, ma continua a mantenere le cariche pubbliche. E oggi non si è fatto vedere alla seduta del Consiglio Provinciale

TRENTO. In Consiglio provinciale a Trento, per la prima di tre sedute, Alessandro Savoi non si è fatto vedere. Ma è stata presentata dalla minoranza una nota di condanna per le offese del consigliere Alessandro Savoi rivolte sui social alle consigliere Ambrosi e Rossato passate dalla Lega a Fratelli d'Italia. La nota, firmata da tutti i consiglieri di minoranza (tranne Marini e Ossanna del Patt), è stata letta da Lucia Coppola di Europa - Verde. Una nota che esprime "indignazione per le parole di Alessandro Savoi che, tra l'altro, hanno recato danno all'immagine delle istituzioni".

Coppola ha inoltre rilevato che "l'assessora Segnana, condannando il fatto, ha però omesso di indicarne l'autore". "Quello di Savoi - ha aggiunto - è un fatto inammissibile anche perché le due consigliere hanno esercitato un diritto garantito costituzionalmente".

"Le offese di Savoi - ha proseguito Coppola - sono arrivate dopo una lunga serie di atteggiamenti gravi che troppe volte sono state tollerate anche dal presidente Kaswalder".

Nella nota, tra l'altro, si chiede un inasprimento del regolamento per ciò che riguarda il comportamento in aula. I capigruppo della minoranza hanno chiesto e ottenuto la riunione immediata dei capigruppo per decidere sulle comunicazioni sul tema del linguaggio violento e sessista e sulla situazione

In Regione invece i Verdi chiedono le dimissioni di Alessandro Savoi dall'ufficio di presidenza del consiglio regionale. "Rappresenta così ufficialmente l'intero Consiglio regionale. Dopo una tale esternazione riteniamo non sia più tollerabile. Chiediamo quindi al Consigliere Savoi di dare le dimissioni da Segretario questore dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale", affermano i Verdi in una nota.

"Ci aspettiamo che questa richiesta venga fatta anche dalla Südtiroler Volkspartei, che nell'ultima seduta del consiglio provinciale di Bolzano a marzo si è espressa chiaramente contro i commenti d'odio, violenti e sessisti in Internet. D'altra parte, Savoi è stato eletto nella sua funzione dalla maggioranza Lega-Svp. L'odio non è un'opinione. Il Consiglio regionale ha bisogno di politiche e politici seri, non di rappresentanti che si esprimono con insulti e messaggi d'odio. Men che meno nell'Ufficio di presidenza", conclude la nota.

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