Fugatti: «Della Lega non mi occupo, ho cose più importanti da fare»

Le dimissioni di Savoi, la fuga delle due consigliere, ma il presidente tira dritto: «Vaccini e ristori, sarebbe poco serio occuparsi di altre faccende»

di Giorgio Lacchin

TRENTO. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti non pensa alla Lega che perde i pezzi ma al Trentino che deve risollevarsi. Lo ripete molte volte: la battaglia contro la pandemia è l'unica cosa che conta. Il fatto che le consigliere provinciali Alessia Ambrosi e Katia Rossato abbiano lasciato il Carroccio per accasarsi in Fratelli d'Italia non è una sua preoccupazione.

Non può esserlo perché lui è il governatore di tutti i trentini e i trentini meritano un presidente che si occupi dei loro problemi immensi, e solo di quello, negli infiniti e dolorosi giorni della pandemia. Quanto agli insulti sessisti dell'ormai ex presidente del suo partito, Alessandro Savoi, nei confronti di Ambrosi e Rossato, Fugatti sottoscrive il giudizio dell'assessora Segnana: Savoi si è comportato in maniera inqualificabile e le sue dimissioni erano doverose.

Presidente Fugatti, cominciamo dalle diserzioni nel suo partito: prima Alessia Ambrosi poi Katia Rossato, oltre al consigliere comunale Marco Demattè, tutti accasatisi in Fratelli d'Italia

.«Non entro nel merito delle questioni della Lega. Ho appena finito una task force di due ore: io mi devo preoccupare dei vaccini che devono arrivare, dei ristori, della situazione negli ospedali. Non mi devo preoccupare delle questioni dei singoli consiglieri. Sarebbe profondamente sbagliato. Ho altre priorità. Sarebbe sbagliato nei confronti dei trentini che vogliono un presidente e tutti i consiglieri provinciali impegnati sul fronte dell'emergenza Covid. Ripeto: sarebbe poco serio occuparsi di altre faccende».

Immaginiamo, però, ci sia disappunto.

«Non ho il tempo di provare disappunto. Il mio tempo è impegnato in altre cose».

Capito. Intanto, però, Fratelli d'Italia è diventato l'ago della bilancia in Consiglio provinciale. Preoccupato?

«No, perché in tutte le dichiarazioni Fdi ha manifestato fiducia nella Giunta».

Cambiamo discorso. Il governo ha messo sul tavolo 32 miliardi per i ristori. Gli operatori economici trentini hanno detto che è troppo poco e che aspettano una robusta integrazione da parte della Provincia.

«Ecco, vede? In questo siamo impegnati. Il governo Draghi, nato da poco, ha distribuito 32 miliardi, cioè lo scostamento di bilancio richiesto dal precedente governo. Ora dovrà prevedere un ulteriore scostamento: lo ha detto il premier Draghi. Quindi vedo questi 32 miliardi come un primo sostegno. Un sostegno che deve arrivare con criteri diversi. E i criteri stabiliti in questo decreto sono migliori rispetto ai precedenti».Sul serio?«Certo. Un passo avanti è che non ci siano i codici Ateco; un altro è che sia stato innalzato da 5 a 10 milioni il valore del volume d'affari di coloro che possono ricorrere ai sostegni. Un altro ancora che per la prima volta venga riconosciuto in un decreto il valore della montagna: quei 700 milioni del "fondo montagna" - in pratica il "fondo neve" - al di là che siano tanti o pochi, sono un segno di attenzione verso questo mondo. Naturalmente noi auspichiamo che la cifra aumenti nel corso della discussione in Parlamento. Se è vero che 32 miliardi sono pochi, è altrettanto vero che i criteri stabiliti sono nuovi. Ora il premier Draghi chiederà in Europa un altro scostamento di bilancio: e chi meglio di lui lo può chiedere e ottenere? Questo decreto ristori lo vediamo dunque come il passo iniziale. La Provincia ha quotato il valore del decreto e ora interverrà».

Quando lo farà?

«Non passeranno mesi».

Meno male.

«L'intervento avverrà nelle prossime settimane».A quanto ammonterà?«Interverremo nei settori in cui il decreto governativo non è intervenuto, o dove riteniamo si debba fare di più. Chiaro che se le risorse del "fondo montagna" dovessero aumentare non ci farebbe che piacere».

Però non ha risposto, presidente. Con quanti soldi interverrete?

«Lo stiamo definendo. Dipende anche dalle interlocuzioni con lo Stato sulle "partite" ancora aperte».

Prima di concludere dobbiamo chiederle cosa pensa degli insulti sessisti del consigliere provinciale leghista Alessandro Savoi nei confronti delle colleghe Alessia Ambrosi e Katia Rossato. Lei finora non ha detto nulla e tutti si sono sbizzarriti sul suo "rumoroso silenzio".

«Nessun rumoroso silenzio. È intervenuta l'assessora Stefania Segnana a nome della Giunta. Segnana parla anche a nome del presidente, e io sottoscrivo e condivido ciò che ha detto: è stato un comportamento inqualificabile, da condannare».

Savoi si è dimesso da presidente della Lega. Questo vi basta?

«Se ci basta oppure no è un tema della Lega».

Dunque in seno al Carroccio se ne discuterà.

«Ritengo che le dimissioni da presidente fossero doverose, e Savoi le ha date. Di tutto il resto se ne parlerà all'interno della Lega».

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