Politica / Il caso

Insulti sui social, Savoi si dimette dalla presidenza della Lega. Pd contro Fugatti: “Silenzio assordante”

L'eco degli insulti riservati a due ex colleghe di partito - Alessia Ambrosi e Katia Rossato, passate nei giorni scorsi a Fratelli d'Italia - attraverso un post su Facebook, ha travolto il consigliere leghista

L'ADDIO Savoi si dimette
REAZIONI: "Superata ogni decenza"
COSA HA SCRITTO: "Le tr.... restano Tr..."
IL FATTO: Ambrosi a Rossato a FdI

TRENTO. Travolto dalle polemiche e dall'indignazione, alla fine Alessandro Savoi ha deciso di dimettersi dalla presidenza della Lega del Trentino.

L'eco degli insulti riservati a due ex colleghe di partito - Alessia Ambrosi e Katia Rossato, passate nei giorni scorsi a Fratelli d'Italia - attraverso un post scritto venerdì sera su Facebook, lo ha fatto finire ko. Non è bastato rimuoverlo poco dopo, perché lo "screenshot" ha iniziato a circolare quasi nell'immediatezza sui social e sui gruppi WhatsApp.

Nato 62 anni fa a Cembra, valle di vigneti e porfido, Savoi, detto "Cionfoli", è un leghista della prima ora. Socio fondatore della Lega Nord Trentino e suo componente dal 1991, bossiano e "padre fondatore della Padania (15 settembre 1996 - Palco di Venezia)", come si legge nella sua biografia sul sito del Consiglio provinciale di Trento, dove è stato eletto per la prima volta nel 2008 e dov'è tornato dopo le ultime elezioni provinciali, vinte dalla Lega nel 2018. Non è la prima volta che Savoi si esprime sopra le righe.

Questa volta lui stesso si è reso conto di aver passato il segno: "Nel rassegnare le dimissioni, mi assumo la responsabilità delle mie parole - che sono il primo a riconoscere frutto di un grave errore - e formulo le mie scuse a quante si sono da esse sentite offese nella loro dignità personale, prima che politica e istituzionale", ha scritto in una nota.

"Si è dimesso e ha fatto bene a dimettersi", ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini. Le parole di Savoi hanno provocato inevitabili reazioni bipartisan, sia in Trentino che a livello nazionale. Il senatore di Fratelli d'Italia, Adolfo Urso, commissario provinciale di Fratelli d'Italia in Trentino, dove la Lega ed il partito di Giorgia Meloni sono assieme in maggioranza, considera il caso chiuso "con la dichiarazione di Salvini, le pubbliche scuse e le dimissioni di Savoi. Guardiamo avanti". 

Il Pd ha chiesto le sue dimissioni anche da consigliere provinciale: “Non può più restare in aula, deve andarsene”. E nel mirino dei dem finisce pure il presidente della Provincia Maurizio Fugatti: “Da lui ancora un silenzio assordante. Non è la prima volta che succede”.

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