Errore di programmazione, avanzano 30 vaccini e l'Azienda Sanitaria chiama i suoi impiegati

TRENTO - Un errore nella programmazione, e l'Azienda Sanitaria si è ritrovata con 30 dosi pronte, che rischiavano di essere buttate via. Così l'Azienda ha chiamato in corsa i suoi amministrativi. Il vaccino Pfizer è stato somministrato anche ad alcune decine di fortunati tra il personale tecnico e amministrativo dell'Azienda sanitaria. Che, come ben si sa, in linea teorica non ne avrebbe avuto diritto, almeno non in questa fase della campagna, dedicata ad anziani (Pfizer e Moderna) e insegnanti (AstraZeneca). Si tratta di 30 persone.

Il caso, portato alla luce oggi dall'Adige: leggi il servizio completo sul giornale in edicola, o nella sezione digitale  http://edicola.ladige.it/


Durissima la reazione dell'ex assessore alla sanità Luca Zeni (PD)

La giustificazione dei vertici dell’APSS per aver fatto saltare la fila per il vaccino Pfizer ai propri collaboratori più stretti non sta in piedi.
Ricapitoliamo: almeno 30 amministrativi (cioè persone che lavorano in ufficio, non in reparto) della sede di via Degasperi dell’Azienda Sanitaria sono state vaccinate (con Pfizer) pur non avendone diritto.
La giustificazione dei vertici APSS è che per sbaglio sono state scongelate dosi in eccesso e per non buttarle hanno deciso di vaccinare se stessi.
Domande/considerazioni:
1) l’errore, che segue quello famoso della somministrazione di soluzione fisiologica al posto del vaccino, è grave, forse una registrata nell’organizzazione andrebbe data;
2) dev’esserci un protocollo per le dosi che avanzano!
Perché può succedere, ad esempio che una persona prenotata non si presenti.
Dev’esserci, maledizione, una lista di persone da chiamare, perché con le migliaia di persone in attesa, scavalcare la lista non è etico;
3) il fattore tempo - anche ammesso che si tratti di un singolo episodio e che si siano accorti che avevano soltanto un’ora di tempo per vaccinare (ma pare che in realtà sia stato maggiore il tempo a dispozione) - non basta a giustificare la scelta.
Alle 17-18 di pomeriggio 30 persone anziane a Trento che in un’ora si sarebbero presentate alla vaccinazione le conosco personalmente... o i volontari del soccorso, che dopo settimane di richieste stanno vaccinandosi ora.. o i diabetici.. sono centinaia le persone in lista di attesa che, se chiamate, in un’ora nel tardo pomeriggio si presentano per il vaccino. Figuriamoci in 3-4 ore, che probabilmente è il tempo reale..
Basta un minimo di organizzazione e programmazione.
A me pare che si sia sfruttata la disorganizzazione creata per una tipica furbata all’italiana.
Al di là del possibile rilievo giuridico - che saranno altri a dover valutare - dal punto di vista politico ed etico la scelta è stata simbolicamente molto grave. Sarebbe bello sapere se la giunta provinciale era stata messa a conoscenza ed ha avvallato tale scelta, o se neanche era stata informata, ed allora sarebbe grave la mancanza di collegamento e di controllo tra istituzioni.
Vedremo se qualcuno si assumerà la responsabilità dell’atto, o se, come al solito, si andrà avanti come se niente fosse.
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