Domani la Conferenza Stato-Regioni, dal Cts l'indicazione: zona rossa dove si superano i 250 contagi per 100 mila abitanti

ROMA - Si terrà domani mattina la "Conferenza Stato-Regioni" alla quale il Governo presenterà la bozza del nuovo dpcm, sulla base di quanto elaborato ieri dal Cts (Comitato Tecnico Scientifico). Cosa contiene? A quanto trapela, una stretta delle misure, già a partire dal prossimo weekend, per frenare la diffusione del virus sospinta dalle varianti: zone rosse più rigide, modello Codogno, movimenti limitati anche in zona gialla, chiusure nei fine settimana, come avvenuto durante le vacanze di Natale. E, allo stesso tempo, estensione della campagna vaccinale a più soggetti possibili e nei tempi più brevi.

Questa la posizione che gli esperti del Comitato tecnico scientifico - riunitosi ieri - hanno consegnato al Governo, che dovrà a stretto giro - probabilmente già nelle prossime ore - valutare in che misura accogliere le indicazioni. Che fra l'altro contengono, come annunciato, la norma che mette automaticamente in "zona rossa" quelle regioni o province dove il contagio superi i 250 casi per 100 mila abitanti. Ed il Trentino da 4 settimane sta sforando il limite.

 Esclusa per ora l'ipotesi di un lockdown generalizzato. Mentre nelle ultime 24 ore si registra il picco dei ricoveri in terapia intensiva: 278, mai così tanti da quando viene diffuso il dato, dal 3 dicembre scorso. E salgono anche le vittime: 376, 58 in più di ieri. Come era da attendersi, dunque, il Comitato è attestato sulla linea dura, considerata la curva in rialzo dei contagi e gli ospedali in sofferenza con le terapie intensive al di sopra della soglia critica in tante regioni. Vanno limitati i contatti interpersonali e le misure attualmente in vigore non bastano, tenuto anche conto dei ritardi sui vaccini.

Da qui l'indicazione a irrigidire le misure in ogni zona 'colorata', ristabilendo nel contempo il 'contact tracing' e potenziando il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti. Ribadita anche la necessità di introdurre il criterio dell'incidenza settimanale: con 250 casi ogni 100mila abitanti si va automaticamente in zona rossa. E la tempestiva conclusione della revisione degli indicatori epidemiologici di monitoraggio, in modo da avere dati più aggiornati possibile e intervenire più rapidamente con le azioni di 'contenimento/mitigazione' a livello nazionale, regionale e locale.

Sarà la cabina di regia (convocata oggi alle ore 17) del Governo ora a riunirsi per valutare le misure da mettere in campo e portare all'attenzione delle Regioni per una condivisione. All'interno della maggioranza ci sono posizioni articolate tra "aperturisti" e "rigoristi" ed il premier Mario Draghi ieri ha invitato a "non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide. Questo non è il momento di dividerci". Al momento sembrano da escludere lockdown totali come quello dello scorso anno, mentre è plausibile l'accoglimento delle indicazioni del Comitato su un irrigidimento dei divieti rispetto a quelli contenuti nel Dpcm in vigore fino al 6 aprile il giorno dopo Pasquetta. Per il leader della Lega Matteo Salvini "un lockdown nazionale sarebbe punitivo. Non ho dati, ma sono favorevole a intervenire dove la situazione è a rischio, non dove non c'è aumento di contagi. No a interventi in modo generico, ma in modo chirurgico".

Sulla stessa linea il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5s) che si dice "non favorevole a un lockdown generalizzato, ma a misure chirurgiche più o meno ampie a seconda delle aree. Sicuramente un rafforzamento di alcune misure è necessario". Anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è "contrario all'ipotesi di una chiusura generalizzata, che non gioverebbe né al contenimento della pandemia né a un Paese ridotto ormai allo stremo".

Per il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, "il nostro impegno deve essere quello di passare rapidamente dalle restrizioni a tappeto alle vaccinazioni a tappeto".

Il presidente Anci Antonio Decaro si attende comunque una stretta in vista di Pasqua: "servirebbe a evitare che durante le feste qualcuno si possa spostare e aumentare i contagi, in un momento in cui la variante inglese si sta diffondendo molto velocemente". 

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