Fugatti: "Scuole aperte? Se il contagio aumenta, le chiuderemo. Valuteremo giorno per giorno". E siamo a quota 400 (per il Governo si chiudono a 250)

di Luisa Maria Patruno

TRENTO - La scuola trentina continua con le lezioni in presenza - al 50% per quanto riguarda le superiori - ma resta a rischio chiusura, che d'ora in poi verrà valutato di giorno in giorno.Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, infatti, è determinato a resistere, ma non a tutti i costi. «Da ieri - dichiara il governatore - le scuole aprono, poi valuteremo quotidianamente. Non possiamo fare i fenomeni se ci trovassimo di fronte a un'esplosione di contagi».E in ogni caso, viste le previsioni non positive per i prossimi giorni, la Provincia mette in conto che venerdì il ministero della Salute potrebbe decidere di classificare il Trentino in zona rossa, eliminando ogni possibile discrezionalità da parte della Provincia sull'apertura delle scuole, perché zona rossa vuol dire 100% didattica a distanza, quindi la settimana cruciale sarà proprio questa.

Presidente Fugatti, le prospettive sul numero dei contagi non sono buone, siete sempre decisi a tenere aperte le scuole pensando magari a misure più restrittive su altri fronti per compensare questa scelta?

Le previsioni quotidiane non sono buone. Il dato di venerdì con 400 contagi era pesante, quello di sabato e domenica è in calo ma è sempre alto, e quindi non siamo davanti a una situazione che migliora. Questo è il dato oggettivo. Però la riduzione da due a uno del numero dei contagi in una classe per determinare la quarantena avrà i suoi effetti, si vedrà che nei prossimi giorni aumenteranno le classi in quarantena e ci saranno le legittime critiche degli alunni e delle famiglie interessate, ma è un criterio di precauzione in più che abbiamo voluto introdurre vista la situazione.

Mi pare che anche il Veneto abbia deciso un contagio. 

Intanto teniamo aperte le scuole poi valuteremo di giorno in giorno.

Vuol dire che questa settimana, anche prima di una eventuale classificazione in zona rossa la Provincia potrebbe decidere di chiudere le scuole?

Non abbiamo la sfera di cristallo, ma se i contagi dovessero esplodere si procederà alla chiusura.

Per esplosione di contagi cosa intende? Molto più degli attuali?

L'altro giorno erano 400, certo se per alcuni giorni ci si mantiene a questi livelli sarebbe preoccupante. Se ci guardiamo in giro le scuole sono chiuse quasi dappertutto. Noi ci assumiamo la responsabilità perché riteniamo sia importante tenere aperte le scuole, e il governo ci ha dato la facoltà di farlo sapendo che il calcolo dei 250 contagi su 100.000 abitanti è diverso da regione a regione in base a come si fanno i tamponi. Però se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente ci pensiamo.

Sulle altre misure di contenimento del Covid ci si attiene a quelle nazionali?

Certo, sapendo che siamo sul crinale per quanto riguarda la classificazione a rosso. La situazione sta peggiorando in tutta Italia.

In vista della Pasqua, non si sta facendo un ragionamento se sia più opportuno chiudere ora proprio pensando alle feste in arrivo?

Qualcuno anche a livello nazionale si sta ponendo il tema. Per quanto riguarda la scuola, io penso che si potrebbe considerare di aggiungere una settimana di vacanza chiudendo anche i 7 giorni prima di quella di Pasqua già prevista. Penso che dovrebbe essere però una decisione da prendere a livello nazionale per tutta Italia.

Non potrebbe farlo la Provincia solo per il Trentino?

Dovremmo valutare la situazione dei contagi in quel momento, se non fossimo già stati costretti a chiudere per zona rossa. Ho imparato a non fare previsioni.

I dati Istat riportano un eccesso di mortalità in Trentino negli ultimi tre mesi del 2020 del 65%, circa 900 persone sono morte per Covid. I sindacati Cgil, Cisl e Uil dicono che sono troppi e le chiedono conto. Cosa risponde?

Fare polemica sui morti mi sembra poco serio.

Non pensa che si sarebbero potuti evitare questi morti?

All'inizio si diceva anche che l'Italia aveva più morti di tutta Europa. Io dico che i morti li contiamo alla fine. Noi abbiamo sempre adottato tutte le misure che il ministero della Salute ci ha detto di adottare e fornito i numeri in base a quanto richiesto dal Ministero.

La campagna di vaccinazione è partita a rilento per carenza di dosi. Ora con il nuovo commissario pensa che ci sarà l'accelerazione promessa nelle forniture?

Penso che la svolta di impostazione ci sia stata nel momento in cui il governo Draghi ha stoppato l'esportazione di vaccini prodotti in Italia verso l'Astralia. E con l'annunciato via libera all'uso di AstraZeneca per gli over 65 potremmo accelerare le somministrazioni alle categorie più a rischio. Sarebbe un grosso passo avanti.

 

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