Domani l'autopsia sul corpo di Deborah Saltori I trentini si stringono ai 4 figli della donna uccisa dal marito: già raccolti oltre 91mila euro

TRENTO - C'è chi ha donato 5 euro, chi 1.500 euro. Piccole e grandi somme, versate con il cuore per aiutare concretamente i quattro figli di Deborah Saltori, la donna uccisa a 42 anni dal marito Lorenzo Cattoni. La mobilitazione è stata più vasta di quanto si pensava: in pochi giorni è stato superato l'obiettivo dei 91mila euro che gli organizzatori avevano fissato per cercare di garantire - almeno nel medio breve periodo - un sostegno ai tre ragazzi e al bambino rimasti senza mamma. Per partecipare alla raccolta fondi basta cliccare sul LINK e donare.

 

Nella giornata di oggi, lunedì 1 marzo - i verrà effettuata l'autopsia sul corpo di Deborah, successivamente verrà fissata la data del funera.

La procura di Trento contesta a Lorenzo Cattoni l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dal coniugio e dalla crudeltà. Tradotto in termini di pena significa ergastolo, carcere a vita. Il fermo dell'agricoltore accusato di aver ucciso con due colpi di accetta la moglie separata Deborah Saltori è stato convalidato ieri dal giudice Adriana De Tommaso su richiesta del pm Carmine Russo. L'interrogatorio di Cattoni, difeso dagli avocati Luca Pontalti e Stefano Ravelli, è stato giocoforza rinviato in attesa che l'indagato sia in grado di rispondere alle domande del giudice. Le sue condizioni sanitarie sono migliorate, come conferma l'uscita del ferito - che dopo aver massacrato l'ex moglie ha tentato di uccidersi con un coltello da lavoro - dal reparto di Rianimazione. L'assassino è sempre ricoverato in ospedale, piantonato dalla polizia penitenziaria. E così da Cattoni, di nuovo cosciente, dovrà affrontare il peso di un delitto che ha strappato la vita alla povera Deborah Saltori, ma ha anche condannato cinque minorenni ad un'esistenza priva di uno o di entrambi i genitori. La pesante imputazione contestata dalla procura è provvisoria in attesa che l'autopsia e le indagini, affidate alla Squadra mobile, chiariscano i contorni dell'omicidio.

Per ora gli inquirenti ipotizzano che Deborah Cattoni sia caduta in una sorta di trappola mortale architettata dall'ex marito: «Vieni in campagna a Cortesano che ti do un assegno per il bambino...» avrebbe scritto su alcuni messaggi l'assassino dimostrando in questo modo la volontà di uccidere la ex che insisteva per avere del denaro per mantenere la famiglia. Dell'appuntamento fatale scrive anche il gip nel provvedimento con cui ha disposto la misura cautelare in carcere: «Tanto si desume inequivocabilmente - ha sottolineato la giudice - dal tenore delle conversazioni intrattenute tra i due con messaggi telefonici; l'appuntamento era stato preso per consegnare alla donna un assegno» (un libretto è stato rinvenuto dagli inquirenti nel capanno dove è avvenuto l'omicidio, ma non c'erano assegni già compilati, ndr). Proprio tale circostanza «lumeggia la prospettata premeditazione». Cattoni avrebbe voluto incontrare la donna «per farle del male». Secondo il Tribunale sussiste il pericolo di reiterazione del reato. «Cattoni - prosegue la giudice - si presenta come persona incapace di contenersi».

Inoltre «l'indole che ha sinora manifestato induce a ritenere attuale il pericolo della commissione di atti violenti contro altre persone». Intanto ieri i legali della famiglia Saltori - gli avvocati Marco Vernillo e Antonio Saracino - hanno depositato in Tribunale istanza con cui chiedono il sequestro conservativo di tutti i beni di Lorenzo Cattoni, a tutela in particolare dei figli. L'indagato possiede un immobile di valore a Gazzadina, una casa con giardino e campagna che il 29 ottobre 2020 i due acquistarono insieme; bene pagato circa 500 mila euro che è cointestato tra i due ex coniugi (ma Cattoni sostiene che l'immobile era stato acquistato con soldi suoi). Era la villa nel verde dove la coppia immaginava un nuovo inizio ma che di fatto non venne mai abitata dalla famiglia visto che neppure un mese dopo la moglie sporgeva querela contro il marito denunciando anni di botte e soprusi che per troppo tempo Deborah aveva "perdonato". Il lungo prologo di violenze è sfociato nell'uxoricidio: pare siano due i colpi di accetta che hanno raggiunto la vittima alla carotide. La donna presenta anche alcune ecchimosi al capo. Ferite e lesioni saranno al centro di uno dei passaggi determinanti dell'inchiesta: l'esame autoptico eseguito lunedì dall'anatomopatologa Giovanna Del Balzo in presenza di un consulente della difesa. Difesa che a partire proprio dall'autopsia cercherà di "smontate" l'ipotesi del delitto premeditato.

 

 

 

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