Il sindaco contesta la Provincia e l'uso dei buoni pasto all'interno dei ristoranti

Locali pieni di dipendenti pubblici, Ianeselli: "questi sono barbatrucchi"

TRENTO - La si potrebbe chiamare circolare anti "barbatrucco". Perché tale è il giudizio che il sindaco del capoluogo, Franco Ianeselli, dà della decisione del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, di concedere ai dipendenti pubblici di utilizzare il sistema dei buoni pasti, avviato da febbraio, attraverso la Easy Lunch Trentino, per accedere a bar e ristoranti convenzionati, e di utilizzarli alla stregua di un normale servizio mensa.

Il problema si origina dal fatto che tale apertura della Provincia arriva in un Trentino in piena zona arancione, con il contagio da Covid-19 in aumento. Ma per Fugatti e Spinelli, è legittimamente basata su una circolare ministeriale (di marzo), che consente ai ristoranti e bar di continuare l'attività di "mensa" per le aziende che hanno una convenzione. Che applicata in senso "elastico" estende la possibilità di mangiare al ristorante a chiunque abbia il buono pasto "provinciale". Risultato? In tutto il Trentino ci sono ristoranti che a pranzo sono pieni di gente, l'abbiamo visto tutti.

Ianeselli ha scritto ai dipendenti del suo Comnune, raccomandando prudenza. «In relazione a quanto indicato in via generale a livello provinciale e pubblicato sui quotidiani locali in merito all'utilizzo dei buoni pasto quale servizio sostitutivo di mensa per tutti i dipendenti pubblici e privati, beneficiando dell'attività di ristorazione con servizio al tavolo» si legge nella circolare che il sindaco ha recapitato ai circa 1.400 dipendenti del Comune di Trento «si suggerisce, in attesa degli opportuni approfondimenti giuridici, di continuare a seguire la modalità dell'asporto in ragione della necessità di rispettare le misure per contenere la pandemia, evitando al massimo le occasioni di possibile contagio, anche in considerazione della classificazione in Zona Arancione».

La vicenda ha finito con l'alimentare il dibattito tra i cittadini-utenti. C'è chi non capisce perché vi possano essere cittadini di serie A, che in quanto dipendenti pubblici, possono accedere e sedersi ad un tavolo del ristorante durante la pausa pranzo, e cittadini di serie B, che dipendenti pubblici non sono e al massimo possono puntare sull'asporto, per poi consumare il pasto del ristorante in ufficio.

Dibattito anche politico. La capogruppo della Lega Salvini Trentino, in consiglio comunale a Trento, Bruna Giuliani, ha sùbito polemizzato con il sindaco. Inaccettabile, a dire di Bruna Giuliani, che il sindaco critichi la decisione della Provincia che ha concesso ai ristoranti convenzionati di tenere aperto solo per servire i dipendenti pubblici. Qual è l'oggetto del contendere? L'agevolare gli operatori economici in difficoltà.

Per la capogruppo della Lega il sindaco, contestando Fugatti, dimentica che l'intervento regala un po' di ossigeno a tante piccole aziende ridotte allo stremo. Di più. Giuliani attacca: «Noi ci ricordiamo che è nello stile comunale da lunghi anni, gestire gli eventi proprio per indirizzare i guadagni verso "gli amici", mentre la Provincia ha oggi distribuito il suo intervento su tutto il territorio, sollevando la sorte di tanti ristoratori e restituendo un po' di fiducia in una possibile ripresa a cittadini e lavoratori. Qui Ianeselli mostra tutto il suo limite di sindaco, senza visione se pensa che i benefici ai ristoranti arriveranno solo con il suo comportamento e con i suoi eventi; in questo modo mostra che non ha alcuna visione di cos'è politica, ovvero prendersi cura di tutti i soggetti che operano sul territorio comunale, bensì mira solo a inseguire il suo interesse di parte. C'è da chiedersi, e su questo chiederemo risposta, se gli eventi che propaganda saranno organizzati per essere gestiti ancora una volta solo dalle mitiche cooperative amiche del Sindaco e della maggioranza».

Ianeselli non replica a Giuliani e si limita a dire: «La strada dei "barbatrucchi" non è il modo migliore per affrontare l'emergenza».

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