Dal Sudamerica a Trento, tramite la Slovenia: cocaina a fiumi, la base nel Vicentino, sotto il controllo delle cosche calabresi

Oltre 120 agenti della Polizia di Stato impegnati in arresti e perquisizioni in una vasta operazione antidroga in provincia di Vicenza, Reggio Calabria e Trento, dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Tribunale di Venezia nei confronti di 12 persone, ritenute a vario titolo indiziati di traffico di stupefacenti, in particolare dell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina da Sud America.

L’operazione debominata Makina, ha avuto luogo prevalentemente in provincia di Vicenza, in particolare nel comune di Montecchio Maggiore, dove risiedono molti degli indagati destinatari delle misure cautelari, mentre altri si trovavano, al momento dell’esecuzione dei provvedimenti, in provincia di Reggio Calabria, ad Africo, ed in provincia di Trento. La droga, dal Vicentino, venova poi smerciata sulla piazza di Trento. E l'operazione dimostra ancora una volota che se a spacciare al minuto, nelle piazze, sono soggetti spesso extracomunitari, il traffico in grandi quantità è controllato dalla mafia italiana.

Eseguite numerose perquisizioni domiciliari ed una confisca di beni, per un controvalore di circa 246mila. Sono stati impiegati numerosi agenti provenienti dalle squadre mobili di Verona, Padova, Trento, Trieste, Treviso, Belluno, Pordenone e Ferrara, dal Reparto Volo di Venezia, dal Reparto Prevenzione Crimine di Padova ed unità cinofile antidroga inviate dal Sevizio Reparti Speciali della Polizia di Stato.

Le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, sono state avviate all’inizio del 2017, dopo che le autorità croate avevano segnalato, l’arrivo di un container, al porto di Rijeka, proveniente dal Perù che, dopo aver transitato per la Slovenia, sarebbe successivamente giunto in Italia attraverso il valico di confine italiano di Fernetti.

La polizia croata aveva rinvenuto, all’interno del container, circa 480 chilogrammi di cocaina, nascosta in una cavità appositamente ricavata all’interno di un macchinario per la produzione di laminati, poi termosaldata. Una volta rinvenuta l’ingentissima quantità di stupefacente, si è quindi proceduto, con la collaborazione delle autorità croate, di quelle slovene e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, ad eseguire una consegna controllata internazionale, lasciando all’interno del container circa 2 chili di cocaina rispetto ai restanti 478, già sequestrati.

Grazie alle tempestive indagini, veniva individuato il destinatario finale del «carico illecito» in un soggetto originario e residente in provincia di Vicenza. Gravi indizi di colpevolezza sono emersi per aver organizzato assieme a quelli che successivamente sarebbero stati individuati come i componenti del sodalizio criminale, il trasporto della laminatrice a bordo di un camion, al cui interno dovevano essere nascosti 480 chili di cocaina, in un’azienda con sede nel vicentino, a Schio.

È stato ricostruito quindi un sodalizio criminale con base operativa in provincia di Vicenza, a Montecchio Maggiore ed il ruolo di un esponente di spicco della cosca Gallace di Guardavalle, nel catanzarese.

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