L'Azienda Sanitaria: "Più decessi perché popolazione trentina più anziana", ma non è vero. Il nostro fact checking

di Gigi Zoppello

«Abbiamo più decessi da Covid perché abbiamo una popolazione più anziana». Il dottor Pierpaolo Benetollo - dirigente generale dell'Azienda Sanitaria - e il dottor Antonio Ferro - Direttore Sanitario e Responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, ed anche Presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) - hanno ieri spiegato così il mistero della «anomalia trentina», che secondo le opposizioni ed altri osservatori è provocata dalla mancata comunicazione dei dati reali dei contagi.

Il dottor Benetollo ha detto testualmente: "Se vogliamo però fare i confronti bisogna farlo per età. Questa è una malattia che, sulle persone anziane, provoca più complicanze. Quindi, se hai più persone anziane, avrai più complicanze».

Ma è vero che il Trentino ha una popolazione più anziana del resto d’Italia? No. Ed è facile verificare questa «fake new» consultando l’aggiornatissimo sito dell’Istituto nazionale di statistica Istat. Ma pure gli stessi dati forniti in conferenza stampa, che dicono il contrario.

Abbiamo preso in considerazione due indicatori: la percentuale di popolazione «over 65 anni» ed il cosiddetto «indice di vecchiaia» (quanti anziani ci sono ogni 100 giovani).

IN ITALIA

Il dato nazionale (come riferimento della media) è del 23,2% per gli over 65, e con un indice di vecchiaia di 179,4 (cioé vi sono 179 anziani per ogni 100 giovani).

IL TRENTINO

La provincia di Trento ha dati percentuali più bassi della media nazionale: gli over 65 sono il 22,4% della popolazione, mentre il nostro indice di vecchiaia è 159,1 (ci sono 159 anziani ogni 100 giovani).

Secondo i dati del Servizio statistica della Provincia (dati più aggiornati), la popolazione residente in Trentino risulta composta da 121.419 persone di 65 anni ed oltre (cioè il 22,4% appunto) e l’indice di vecchiaia è di 158,7, cioè ogni 100 giovani ci sono circa 159 anziani. 

IL NORD-EST ITALIA

Se si considera la media delle Regioni e province del Nordest, abbiamo una popolazione over 65 del 23,8% e un indice di vecchiaia di 182,7 (quindi ci sono più anziani che in Trentino).

IL NORD ITALIA

Ancora peggiore il dato del Nord Italia (appesantito dalla rilevante anzianità soprattutto in Liguria): percentuale di over 65enni del 24,1% e indice di anzianità al 186,4.

Questo grafico, del “Sole 24 Ore”, fa vedere molto bene, a colori, le regioni più “anziane” (quelle scure”. Ed il Trentino che invece non è per nulla fra le zone con popolazione più anziana.

POPOLAZIONE E CONTAGIATI

Diverso il discorso dei contagi: secondo il direttore del Dipartimento prevenzione dell’Apss trentina, Antonio Ferro, la lettura dei decessi è legata «al numero di persone positive sopra i 70 anni di età. I nostri dati dicono che noi abbiamo una percentuale di positivi sopra i 70 anni superiore ad altre regioni e decessi» ha detto.

Ma anche questo non risulta:  la percentuale di contagi over 70 del Trentino è sempre stata nella media nazionale, ovvero tra il 15 e il 20 per cento. Come nelle altre regioni.

Fonte: Monitoraggio Protezione Civile Nazionale

Il tasto dolente è quello dei decessi: Solo considerando la seconda ondata in Trentino abbiamo avuto oltre 250 morti in più rispetto alla media nazionale. E' l'età media dei contagiati, in Trentino, che è leggermente più alta che del resto d'Italia: a livelo nazionale l'età mediana è di 49 anni, in Trentino di 52.

Da ottobre a metà gennaio, quindi, se il Trentino avesse rispettato le medie nazionali piangeremmo 250 decessi in meno.
Quindi, non è che il Trentino ha una popolazione anziana maggiore di altre zone. Ed ha un numero di contagi fra gli over 70  pari alle altre regioni. E qui tornano nuovamente le domande. Come mai, con un minor numero di anziani fra la popolazione, abbiamo più decessi fra gli anziani?

Le conferenze stampa della giunta provinciale, trasmesse su facebook alle 18 ogni giorno, non lasciano il tempo ai giornalisti di fare le domande e anche solo di rileggersi bene le dichiarazioni. Ma il giorno dopo, è tutto più chiaro alla luce del sole. La provincia di Bolzano (come la Regione Veneto), quester conferenze stampa le fa la mattina, quando ha già tutti i dati in possesso e li ha trasmessi a Roma. Ma a Trento l'abile regia dell'Ufficio Stampa predilige andare a ridosso dei TG. Che non possono far altro che "rilanciare". Senza il fact checking.

 

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