Secondo case, la Provincia valuta un'ordinanza per fermare lombardi e veneti

Sugli spostamenti nelle seconde case in Trentino la Provincia autonoma valuterà una eventuale ordinanza. Lo spiega il dirigente generale della Protezione civile del Trentino, Raffele De Col. «Attendiamo questo fine settimana ed eventualmente, se la situazione non è gestibile in un modo compatibile con i comportamenti e la diffusione del contagio, vedremo di intervenire. Anche perché qui fortunatamente i dati stanno scendendo tanto che stiamo puntando alla zona bianca», spiega De Col.

Il maggior numero di seconde case in Trentino sono di persone residenti in Lombardia ed Emilia Romagna, mentre quelle di residenti in Veneto sono meno, salvo nella zona del Primiero, anche per ragioni di vicinanza al confine.

L’ordinanza potrebbe essere articolata in base al colore dell’area di provenienza dei proprietari di seconde case in Trentino: «Il colore non si attacca alla persona, ovviamente.

Non vogliamo mettere il bollino a nessuno, ma serve continuità comportamentale. Giuridicamente le zone sono definite per aree territoriali, non per le persone. Ma siccome il virus circola con le persone la trasposizione è che chi ha una restrizione sul proprio Comune, cioè è in zona arancione, se viene nella seconda casa in Trentino deve rimanere nel proprio Comune. Quindi, ad esempio, se un proprietario ha la seconda casa a Pinzolo dovrà rimanere nel Comune di Pinzolo. Se invece ha una restrizione al proprio domicilio, cioè viene da una zona rossa, dovrà usare lo stesso criterio in vigore nella zona in cui proviene e si potrà muovere solo per i casi consentiti dalla zona rossa», spiega il dirigente.

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