L'epidemia fu sottovalutata? I giudici di Bergamo interrogano per 5 ore l'epidemiologo trentino Merler della FBK

La Procura di Bergamo ha interrogato ieri per oltre 5 ore l’epidemiologo trentino Stefano Merler, della Fondazione Bruno Kessler, che aveva realizzato la prima proiezione italiana dei dati cinesi sul Covid-19.

La ricerca - in un primo tempo secretata dal Governo, poi resa pubblica - si intitolava «Scenari di diffusione di 2019-NCOV in Italia e impatto sul sistema sanitario nazionale» e venne poi utilizzata dal Governo italiano per stilare un piano pandemico.

 

I dati raccolti e elaborati dall’epidemiologo trentino di Fbk Stefano Merler avrebbero potuto permettere di attenuare la portata della prima ondata della pandemia? Ne sarebbero convinti anche i magistrati che ieri hanno sentito Merler come persona informata sui fatti nell’ambito della complessa inchiesta per accertare eventuali responsabilità sulla strage causata nella provincia lombarda dal coronavirus.

Merler si è trattenuto con gli inquirenti per oltre 5 ore: il verbale è stato secretato. Aveva realizzato, nel febbraio scorso, la prima proiezione italiana dei dati cinesi sul Covid-19, contenuta nella ricerca «Scenari di diffusione di 2019-Ncov in Italia e impatto sul sistema sanitario nazionale». Un lavoro che avrebbe dovuto contribuire all’adeguamento del piano anti pandemico. Ai magistrati, secondo quanto si apprende, l’epidemiologo trentino avrebbe chiarito alcuni punti relativi all’esistenza o meno del piano pandemico in Italia, uno dei temi dell’indagine, e avrebbe ribadito le sue critiche sulla sua inadeguatezza.

La Procura di Bergamo sta cercando di ricostruire una sorta di tracciamento dei luoghi a rischio da cui potrebbe essere partita quell’impressionante scia di morte nella prima ondata di Covid-19. Le indagini, che procedono per epidemia colposa aggravata dalle morti di più persone e falso, per il momento a carico di alcuni dirigenti sanitari bergamaschi e regionali, negli ultimi tempi si è concentrata anche sulla partita Atalanta-Valencia del 19 febbraio a San Siro e quella di eccellenza Albino-Codogno del 9 febbraio come potenziali origine di focolai (A Codogno fu scoperto il paziente 1).

Il procuratore Antonio Chiappani e l’aggiunto Maria Cristina Rota, hanno acquisito l’elenco dei tifosi per ricostruire chi era allo stadio, a bordo di quali mezzi arrivarono e da dove provenivano.

Gli inquirenti bergamaschi sono in attesa di una risposta del Ministero degli Esteri riguardo la posizione di alcuni esperti dell’Oms, convocati nei giorni scorsi ma che non si sono presentati, opponendo l’immunità diplomatica.

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