In Trentino i vaccini Covid da gennaio: 32 mila dosi, in box a 80 sotto zero

di Giorgio Lacchin

In Trentino sono in arrivo nei primi giorni del 2021 17 mila dosi di vaccino Covid, poi subito dopo altre 17 mila. Lo ha annunciato il dottor Antonio Ferro, capo della prevenzione dell’Azienda sanitaria.

Quando arriveranno in Trentino le prime dosi del vaccino?
«A gennaio, credo, anche se ufficialmente non l’hanno ancora detto».

Secondo alcuni potrebbero essere in Italia già a dicembre.
«Voci dalla Pfizer dicono che il primo stock sia pronto per la spedizione ma non penso possa arrivare prima di gennaio».

E dove si troverebbe?
«In Belgio, presso la sede europea di produzione della Pfizer».

Dal Belgio al Trentino, per venire poi conservato in due depositi a -80 gradi: uno a Trento, l’altro a Rovereto. Quarantamila dosi (due a testa) per le prime 20mila persone. È il Piano vaccini dell’Azienda sanitaria provinciale, e lui è Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda.

Scusi, dottor Ferro, com’è possibile che di norma ci vogliano dagli 8 ai 12 anni per creare un vaccino e immetterlo sul mercato, e invece per l’antiCovid sono bastati 9 mesi: non è rischioso?
«Ho voluto approfondire questo aspetto visto che mi occupo di vaccini da 20 anni».

E quali risposte si è dato?
«Questa velocità è il risultato di due fattori. Primo, l’investimento economico nella ricerca: questa fase è stata abbreviata di molto grazie alle straordinarie risorse messe in campo per trovare la soluzione. Tra l’altro si tratta di un vaccino simile a quello dell’influenza».

Davvero?
«Sì. La base di partenza e la strategia erano state codificate per altri vaccini».

E il secondo “acceleratore”, oltre all’investimento finanziario?
«La questione burocratica».

Ma lo sa che avevamo il sospetto?
«Normalmente l’iter amministrativo è micidiale. Stavolta, di fatto, è stato ridotto a zero».

Ci voleva una pandemia.
«E a proposito del rischio cui accennava lei, una cosa mi tranquillizza: la sicurezza del vaccino è l’elemento più importante per la casa produttrice».

Ovvio.
«Un vaccino può essere più o meno efficace, ma questa variabile non provoca gravi danni d’immagine. Ma se l’immagina un vaccino che provochi danni a qualcuno dei vaccinati?».

Per la ditta sarebbe la fine.
«I primi interessati affinché il vaccino non provochi reazioni avverse, dunque, sono le ditte stesse».

Il vaccino è il Pfizer - Biontech, giusto?
«Sì».

Dove conserverete le dosi?
«È la novità alla quale ho lavorato in questi giorni. Le dosi verranno inviate in box refrigerati, forniti dalla ditta, conservate a -80 gradi con ghiaccio secco. Ogni box conterrà tra le 1.000 e le 1.500 dosi».

Quante dosi arriveranno in Trentino? Parlavate di 20mila.
«Saranno 32mila...».

Ah!
«...per 32mila persone, perché dopo la prima dose ci vuole il “richiamo” dopo un mese».

Torniamo alla conservazione delle dosi.
«Noi abbiamo previsto dei depositi a -80 gradi, perché è ben vero che i box sono già a -80 ma se hai dei depositi con quelle caratteristiche è meglio, così puoi togliere le dosi dai box e conservarle nei depositi anche per 6 mesi. Se invece decidi di usarle entro una quindicina di giorni puoi tenerle direttamente nei box forniti dalla ditta. Questo è ciò che abbiamo capito finora, anche se non c’è nulla di ufficiale».

Una volta che apro il box, entro quanto tempo devo usare le dosi?
«Sei ore».

Questi depositi speciali saranno solo a Trento o anche a Rovereto?
«Può essere che siano a Trento e Rovereto. Conviene averne due».

Per chi saranno le prime 32mila dosi?
«Personale sanitario degli ospedali e delle Rsa, subito dopo per gli ospiti delle case di riposo e le altre categorie a rischio, come gli immunodepressi».

Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ritiene che il vaccino vada reso obbligatorio per alcune categorie.
«Deciderà il governo e noi seguiremo le indicazioni. Sarà fondamentale che Ministero e regioni si muovano in sintonia».

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