Mercatini di Natale cancellati Ianeselli: «Una città insicura non può essere attrattiva per i turisti»

Covid-19 ferma i mercatini di Natale. Stop a fiere e sagre, come disposto dall'ultimo Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri. Quindi, stop alla Fiera Fa' la cosa giusta, che era in programma nel prossimo fine settimana. E stop, inevitabile, anche alle bancarelle di "Santa Lucia". La decisione di sospendere quest'anno i mercatini di Natale a Trento è stata presa ieri mattina dalla giunta comunale. Non è stata una scelta facile. Perché il sindaco Franco Ianeselli e gli assessori sono consapevoli del danno economico provocato. Ma ha prevalso il rispetto del decreto del presidente Conte, dove non sta scritto che sono vietati i mercatini di Natale, anche se il riferimento a "sagre e fiere" non lascia molti margini di manovra. Sono stati considerati i rischi per la sicurezza, conseguenza dell'afflusso, con affollamenti e assembramenti, di migliaia di persone provenienti da fuori provincia. «Abbiamo considerato che non è opportuno farli ad ogni costo. Sono consapevole» dice il sindaco «che non è una decisione semplice, vogliamo sia comunque un Natale il più colorato possibile». E ancora: «Una città insicura non può essere attrattiva per i turisti».

I Mercatini di Natale sono un grande business. Non esiste una valutazione aggiornata del volume di affari. Esiste il rapporto di ricerca del Servizio turismo della Provincia che, nel 2015, stimava un "fatturato" di 60 milioni di euro in Trentino, 40 dei quali in capo a Trento: oltre 20 milioni come impatto diretto, il rimanente come indotto. Contro Ianeselli si è scagliato Failoni. (vedi)

Le parole di Ianeselli

“Una città insicura non può essere attrattiva per i turisti”

 

Non è stata una decisione facile quella che abbiamo adottato sui mercatini di Natale. Ma è stata una decisione necessaria: nei giorni in cui stiamo chiedendo ai cittadini di adottare comportamenti responsabili, nei giorni delle ordinanze per disciplinare la cosiddetta “movida”, è impensabile dare il via libera a un evento che, nel giro di poco più di un mese, porta in città centinaia di migliaia di persone. È una questione di coerenza.

Ricordiamoci cosa è successo la scorsa primavera, ripensiamo alla condizione di emergenza in alcune località della Lombardia e anche del nostro Trentino. Non vogliamo neppure pensare di vivere una situazione di quel tipo, sarebbe una catastrofe dal punto di vista sanitario, economico e sociale. Senza contare poi che per essere attrattivi per i turisti bisogna innanzitutto essere seri e in grado di garantire la maggior sicurezza possibile. 

Da oggi ci mettiamo a lavorare per un Natale diverso. A dicembre avremo comunque una città illuminata, calda, accogliente. Cureremo in modo particolare gli addobbi, i giochi di luce, la musica, con spazi sicuri e rispettosi delle norme dedicati all’artigianato e ai prodotti locali. Ci adopereremo per far lavorare i nostri ristoratori, che sono attrezzati per far rispettare le distanze e le regole. Cosa impossibile in un Mercatino di Natale affollato come quello di Trento. Avremmo potuto lasciare la città nell’incertezza ancora per qualche settimana e aspettare gli eventi. Ma noi riteniamo che la politica debba per quanto possibile anticipare gli eventi sulla base delle informazioni a disposizione. Così non si alimentano illusioni e si ha il tempo di lavorare a un’alternativa.

Le alternative. 

Tocca alla assessora al turismo, Elisabetta Bozzarelli , spiegare che la giunta, alla fine, ha considerato cosa altro la città può, vuole e deve offrire, e che sono stati considerati scenari alternativi per confermare "Trento città del Natale": «Sarà un Natale di comunità, quest'anno come non mai, lo riscopriremo nell'attesa del lieto evento, per chi è cristiano, e nell'attesa di un vaccino e di cure mediche più efficaci». E quindi luminarie, luci d'artista in piazza Duomo, con l'abete alto 18 metri, piazza Santa Maria allestita a bosco per i bambini. Toccherà all'Apt, cui era stata affidata la concessione temporanea di piazza Fiera, piazza Cesare Battisti e i giardini di piazza Dante per le casette dei mercatini, tenere in qualche modo viva la citta e, aggiunge Bozzarelli, «fare in modo che la distanza fisica non diventi distanza sociale. La nostra è una scelta di prudenza anche a tutela degli espositori stessi, se non c'è un flusso di numeri che renderebbe i mercatini sostenibili». 

L'alternativa, quindi: «L'idea che stiamo studiando» spiega Bozzarelli «è quella di attivare piccole strutture nei pressi dei plateatici, delle strutture in legno, aperte. Le metteremo a disposizione di ristoranti, bar, negozi, in modo da realizzare sotto Natale un mercato più diffuso e di aiutare un settore che sta soffrendo molto. Alcune di queste "capanne" sono in dotazione all'Azienda forestale comunale, le altre le noleggeremo. In ogni caso, ci confronteremo con le categorie». Si tratta di una proposta già condivisa anche da Confcommercio.

 

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