Scuole materne trentine: mancano 130 insegnanti (e 100 per le elementari)

di Angelo Conte

Sono circa 130 gli insegnanti ancora da trovare per le materne, dove alcuni prolungamenti di orario pomeridiano (una ventina almeno) sono stati per ora cancellati o non fatti partire. Meglio, secondo la Provincia, va per la scuola dell’obbligo dove le medie e le superiori stanno cercando le ultime persone da inserire, mentre qualche ansia in più riguarda le elementari. Nella primaria, per ora, mancano ancora poco meno del 4% degli insegnanti pari a circa 100 su 2.500, con un fabbisogno che è sceso dal 31 agosto a ieri da 300 incarichi scoperti a poco meno di un centinaio.

«E contiamo di poter coprire le necessità entro lunedì - afferma il dirigente del Dipartimento istruzione della Provincia, Roberto Ceccato - mentre qualche difficoltà in più, che è comunque annosa, riguarda gli insegnanti di sostegno e quelli per le lingue, sempre alla primaria».
Anche Paolo Pendenza, presidente dell’Anp (l’associazione dei presidi) e dirigente scolastico del Rosmini di Rovereto, sottolinea come le cose per la sua scuola stiano andando «abbastanza bene», con 5 o 6 persone ancora da reperire, e che si proveranno ora a trovare con la chiamata tramite sms.

Materne ancora in affanno
Sono almeno 130 gli insegnanti che, a sei giorni dall’avvio delle materne, iniziate appunto lo scorso giovedì 3 settembre, mancano ancora per coprire le necessità delle scuole dell’infanzia provinciali e paritarie. A quelle gestite da Coesi mancano 15 insegnanti, per la Federazione delle scuole materne i posti da coprire sono 120 circa. «Il fatto è che con la scelta per la scuola primaria alcuni sono passati dalla scuola materna alle elementari - afferma il presidente della Federazione delle materne, Giuliano Baldessari - Inoltre quest’anno ci sono più posti da coprire con le regole dovute al rispetto della prevenzione da Covid e dopo l’avvio ci sono anche insegnanti che hanno chiesto l’aspettativa per motivi anche di salute». A proporre una soluzione alla Provincia è Stefania Galli, segretaria della Cisl scuola che spiega cosa si potrebbe fare: «Invece di perdere ore al telefono per cercare persone che non si trovano - afferma - la Provincia allunghi l’impegno agli insegnanti che fanno un orario ridotto».

Primaria, ancora 100 da trovare
Le cattedre da coprire nella scuola dell’obbligo riguardano, secondo i calcoli della Provincia, soprattutto la scuola elementare (primaria). Qui in circa 8 giorni si è passati da 300 a 100 posti da coprire, con un calo del 70% delle cattedre scoperte. Critico, però, è Pietro Di Fiore, segretario della Uil scuola, che fa notare come il problema resti e come la ragione vada trovata anche nelle politiche attuate in questi ultimi anni sia a livello nazionale sia a livello locale dai rispettivi governi. «Sulla primaria sappiamo con certezza che già da qualche bel giorno c’è un forte ricorso alla messa a disposizione, il che vuol dire che non solo hanno esaurito graduatorie di istituto ma che è probabile che mancheranno insegnanti in vista della riapertura di lunedì prossimo». Per la Uil «chi governa qui e a Roma ha responsabilità se la situazione è questa, perché non ci sono state abbastanza azioni concrete per portare alla stabilizzazione dei precari. Se lo si fa con il contagocce, come è accaduto, poi è chiaro che ci sono pochi insegnanti» sottolinea Di Fiore. Che ricorda come «c’è una sentenza che dice che dopo 3 anni di insegnamento devi essere considerato abilitato, ma purtroppo a questa decisione, non è seguito un concorso per soli titoli. Se ci fosse stato, oggi ci sarebbero molti più docenti di ruolo». Poi l’attacco all’assessore Mirko Bisesti e al direttore del Dipartimento Ceccato: «Battano un colpo, perché è da un mese e mezzo che non li sentiamo né vediamo» conclude Di Fiore.

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