Minaccia la fidanzata con un coltello e poi la picchia con calci e pugni dopo aver sfondato la porta di casa

di Leonardo Pontalti

Ha fatto irruzione nella casa di alcuni parenti della sua ragazza, minacciandola con un coltello. Poi, una volta raggiunto dai carabinieri, ha dato in escandescenze anche con i militari.
Un ventisettenne di origine tunisina è stato arrestato dopo aver terrorizzato la sua compagna e i suoi familiari. L’allarme, l’altro ieri, è scattato verso mezzogiorno, quando da un’abitazione di via Piave è arrivata una chiamata al 112: una giovane chiedeva aiuto, riferendo di essere stata aggredita.

Gli operatori della centrale unica per l’emergenza hanno subito mobilitato il personale medico e sanitario di Trentino emergenza, chiedendo contestualmente anche l’intervento dei carabinieri, con i militari del radiomobile del capoluogo che in pochi istanti dal vicino comando hanno raggiunto lo stabile di via Piave.

Quando i soccorritori sono arrivati hanno trovato la ragazza in lacrime, con i familiari terrorizzati. La giovane, una ventunenne, oltre ad essere stata minacciata era stata strattonata per i capelli e picchiata con calci e pugni. È stata trasferita all’ospedale Santa Chiara dove le sue condizioni, fortunatamente, non sono apparse gravi.

Prima di essere portata in ambulanza ha avuto modo, assieme ai parenti, di raccontare ai carabinieri quello che era successo. Il compagno ventisettenne era entrato nell’abitazione fuori di sé, sfondando la porta, per poi correre in cucina e prendere un coltello. Ha minacciato la ventunenne per poi iniziare a malmenarla. Per fortuna non l’ha ferita con il coltello.

Poi la fuga: è stato rintracciato poco lontano dai carabinieri ma alla loro vista la sua furia non si è placata: si è anzi scagliato con violenza contro i militari che, schivando i colpi, sono riusciti a vincere la sua resistenza.

A quel punto il ventisettenne ha inscenato un malore, continuando a dare in escandescenze: è riuscito a farsi accompagnare in ospedale - con l’ambulanza scortata dalle pattuglie dei carabinieri - dove i medici hanno rilevato come non soffrisse di alcun particolare problema di salute. Nella sua furia cieca, il suo è stato evidentemente solo un tentativo di raggiungere il pronto soccorso dove immaginava si trovasse la compagna.

Dal Santa Chiara il ventisettenne è stato così accompagnato al comando di via Barbacovi, dove è stato arrestato con le accuse di maltrattamenti, lesioni personali, violazione di domicilio, danneggiamento e minaccia aggravata con uso di coltello, resistenza a pubblico ufficiale.

Ieri mattina è stato giudicato per direttissima e condannato ad un anno e quattro mesi di pena. È stato così trasferito al carcere di Spini di Gardolo.
Secondo quanto i carabinieri hanno potuto ricostruire, le angherie del giovane nei confronti della ragazza andavano avanti da mesi e le scene di terrore che la ventunenne e i suoi parenti hanno dovuto vivere l’altro ieri non erano le prime.

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