Slot, dal 12 agosto il divieto nei luoghi sensibili Via da bar e tabaccherie per contrastare la ludopatia Avanzo (Cisl): «A rischio 400 posti di lavoro»

di Zenone Sovilla

Fra sette giorni dovranno essere disattivate in Trentino le slot machine ubicate nel raggio di 300 metri dai luoghi definiti sensibili nella legge provinciale del 2015 per la prevenzione e la cura della dipendenza. Fanno eccezione le sale giochi: in questi casi (pare quattro o cinque in tutto) il termine per "sbaraccare" è il 12 agosto 2022. Via subito, invece, le macchinette all'interno di bar, tabaccherie o altri locali, cioè circa l'ottanta per cento di tutte quelle presenti attualmente.

Nei giorni scorsi, sullo sfondo delle preoccupazioni per i contraccolpi economici e occupazionali, si è tentato in consiglio provinciale di prorogare la scadenza del 12 agosto allineandola a quella delle sale slot. Ma la proposta, avanzata da Giorgio Leonardi (Forza Italia), ha spaccato la stessa maggioranza di centrodestra ed è stata bocciata in aula. La giunta aveva lasciato libertà di voto e l'emendamento al ddl sull'assestamento di bilancio ha raccolto solo sette voti a favore, 14 i contrari. Un divario fra pro e contro che sarebbe aumentato se in aula ci fosse stata anche l'opposizione, che invece disertava i lavori per contestare l'atteggiamento della giunta nel delicato passaggio della variazione di bilancio.

Dunque, salvo colpi di scena, andranno spente e quindi rimosse tutte le macchinette nei locali a meno di trecento metri da scuole di ogni ordine e grado, ospedali, case di riposo, strutture assistenziali, luoghi di culto, circoli anziani, aree ricreative e sportive per giovani.

Ma gli operatori del settore sperano ancora di ottenere da piazza Dante almeno un rinvio «tecnico», per affrontare la transizione con meno disagi. Sullo sfondo c'è anche l'ipotesi che a breve si possa rimettere mano alla normativa, come hanno chiesto durante l'audizione in commissione consiliare i rappresentanti del Sapar, l'associazione dei gestori delle sale da gioco.
Una scadenza ravvicinata, le esigenze economiche, il contrasto della ludopatia: giunti a questo punto sembra una missione impossibile tenere insieme tutto, almeno per ora.

In prospettiva, tuttavia, potrebbe arrivare una nuova legge, per ridefinire il perimetro dei divieti. La giunta provinciale peraltro ha ricordato che le entrate fiscali annue derivanti da slot machine e videolottery ammontano a circa cinquanta milioni. L'imminente giro di vite etico farà calare notevolmente questo gettito, visto che si prevede la rimozione dell'80% circa delle slot presenti sul territorio.

È il prezzo da pagare per combattere con forza un fenomeno sociale doloroso, sottolineano i favorevoli alle restrizioni. I contrari sostengono invece che le chiusure nelle aree «sensibili» spostano solo il problema altrove: lo dimostrerebbe anche il caso Bolzano, dove il proibizionismo non avrebbe prodotto una contrazione del giro d'affari del gioco d'azzardo, ma solo una riallocazione delle risorse (anche verso i "casinò" online). Fatto sta che del "tesoretto" fiscale raccolto grazie alle slot, solo una parte marginale è stata impiegata in questi anni per aiutare chi finisce nel tunnel del gioco patologico. In Trentino nel 2018 si sono spesi 532 milioni di euro in slot machine, scommesse e videolotterie. E a ribadire la serietà del problema è l'Ama (Auto mutuo aiuto onlus), una delle realtà volontaristiche cui si rivolgono le persone in grave difficoltà a causa del gioco patologico che le rovina finanziariamente.

«Qualche anno fa, la moglie di un giocatore, durante un momento formativo, mentre guardavamo una slide sul giocato in Italia e nella nostra provincia si alzò e indicando la barra del grafico del 2015 piangendo disse: "in quella colonnina azzurra c'e dentro la mia vita, la mia famiglia, la mia azienda venduta per i debiti". I numeri e gli istogrammi da quel momento hanno cambiato valore. Oggi con questa scelta importante della politica il nostro pensiero va a lei e a tutte le persone che abbiamo incrociato e che ogni giorno contattano l'associazione per fare un percorso di cambiamento», ha commentato l'Ama, la settimana scorsa, quando il consiglio votava sulla proroga. In provincia i casi acclarati di dipendenza sarebbero svariate centinaia ogni anno e circa diecimila i soggetti a rischio.

L'andamento del ventennio passato indica una crescita costante, perché sono aumentate le opportunità di gioco sia in aree di prossimità (senza dover andare al casinò) sia per via telematica. Tuttavia, secondo i fautori della proroga, la distanza non rappresenta un deterrente efficace, come ha rilevato fra gli altri il consigliere Claudio Cia (Agire per il Trentino) perorando invano la causa dell'emendamento Leonardi e annunciando un disegno di legge che riveda le modalità di contrasto della ludopatia. Secondo Cia, si rischia di penalizzare le imprese e i lavoratori del gioco legale, «dove i dispositivi di dissuasione della dipendenza esistono sono sempre più efficaci», senza aiutare le persone in difficoltà.


 

Sull'importanza di combattere la ludopatia non si discute, ma bisogna verificare che i provvedimenti abbiano davvero effetti sociali positivi. Nel caso del divieto di slot vicino a luoghi sensibili, previsto dal 12 agosto, si rischia di creare in Trentino 300-400 disoccupati nel settore, senza colpire realmente il fenomeno della dipendenza da gioco d'azzardo.

A lanciare l'allarme è Lamberto Avanzo , segretario generale di Fisascat Cisl del Trentino, che esprime preoccupazione per il destino dei lavoratori. «Dopo la mazzata del lockdown ne arriverebbe un'altra con effetti pesanti.

Ci vorrebbe una proroga per consentire a tutti i soggetti di riorganizzarsi, anche perché diverse aziende sono specializzate unicamente in questo ambito. Fra l'altro è ancora in vigore il divieto di licenziamento, varato per l'emergenza covid, dunque ci sarà un problema finanziario serio: speriamo che queste persone possano almeno usufrire dell'assegno ordinario del fondo trentino di solidarietà e ottenere opportunità di formazione professionale. Ma la situazione è davvero di estrema precarietà», osserva il sindacalista. Ora i lavoratori saranno impiegati per disattivare le slot «proibite»; nelle settimane successive dovranno spostarle fisicamente. «Dopo di che - sottolinea Avanzo - ci sarà l'incertezza totale, molte aziende non avranno modo di ricollocare il personale, che oltretutto in genere è formato specificamente per questo settore. Molti si ritroveranno per strada. Sono convinto che la ludopatia si può contrastare senza perdere posti di lavoro. Le azioni alternative a queste forme di divieto esistono. Vanno formati e responsabilizzati i gestori dei locali, per esempio, in modo che vigilino e intervengano di fronte a casi critici, come peraltro fa un barista con un cliente che alza troppo il gomito. Il semplice proibizionismo avrà verosimilmente il solo effetto di orientare il gioco verso altri canali».

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