«Nel 2030 ci sarà un boom di auto elettriche»

Parola di Alberto Viano, ad di LeasePlan Italia, multinazionale leader nell'affitto di vetture a lungo periodo

di Denise Rocca

Nel 2030 si prevede che il 60% delle immatricolazioni saranno vetture elettriche, ma serve un piano di infrastrutture perché la transizione sia reale, ordinata e proficua. Parola di Alberto Viano, ad di LeasePlan Italia, multinazionale leader nell'affitto di vetture a lungo periodo, intervistato ieri pomeriggio al Festival dell'Economia online da Innocenzo Cipolletta. L'economista e l'amministratore delegato hanno parlato delle prospettive del mercato dell'auto e di un futuro caratterizzato dalla mobilità alternativa, elettrica o in bicicletta, con un declino del mezzo pubblico.

«L'auto elettrica arriverà al 60% - prosegue Viano - ma c'è anche da considerare che la transizione riguarda 40 milioni di veicoli immatricolati di cui solo 7 viaggiano di frequente, mentre 33 milioni percorrono meno di 10 mila chilometri all'anno e con un tasso di sostituzione molto basso. Oggi l'auto elettrica è incentivata nell'acquisto ma quello che manca è un grande piano nazionale per rendere queste auto utilizzabili su tutto il territorio italiano. Serve un piano soprattuto per le infrastrutture e solo dopo per le vetture perché queste ultime non cambiano la viabilità. Il settore dell'automotive oggi garantisce 11% del Pil ed ha un impatto fortissimo sull'indotto. Ogni transizione dal motore a combustione ad elettrico va quindi guidata e, all'Italia, serve un piano a medio/lungo periodo di almeno 10 o 20 anni, durante i quali il Paese deve dotarsi delle infrastrutture viarie necessarie a sostenere una mobilità più sostenibile». 

Qualche suggerimento al governo Viano, da tecnico, lo dà: «Introduciamo il super ammortamento delle automobili riducendo l'Ires - spiega -. L'investimento in auto ha un grande impatto sull'indotto indotto e ciò potrebbe consentire allo Stato di rientrare già dopo un anno, grazie ad entrate tributarie superiori. Al contempo avremmo favorito il ricambio di mezzi inquinanti con altri a basso impatto ed avremmo le risorse finanziare per avviare l'infrastrutturazione viaria necessaria all'auto elettrica». Il passaggio ad una mobilità elettrica, combinato agli effetti del Covid che hanno causato un minore utilizzo dei mezzi pubblici considerati poco sicuri. «Come già era accaduto all'indomani degli attentati terroristici in diversi Paesi europei» ricorda Viano - ridisegnerà lo spostamento nelle città con un binomio che sarà auto, probabilmente elettrica, fino al confine della città e poi la bici per arrivare in centro, verso uffici, servizi e negozi. 

«Un binomio perfetto - afferma Viano – credo che accanto all'affermarsi dell'elettrico gli investimenti, nelle grandi città, per le piste ciclabili diventino via via più strutturali andando in questo binomio di auto e bici».

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