Tutti gli anziani Covid 19 da tutto il Trentino «concentrati» nelle RSA di Pergine e di Volano

Se il fronte di prima linea del contagio sono RSA e case di riposo, dove non solo gli anziani ospiti ma anche il personale è a rischio, la Provincia sta pensando ad una soluzione drastica: la concentrazione dei casi Covid 19 in due sole strutture, ovvero Volano e Pergine.

Una decisione che ha colto di sorpresa un po' tutti, dai sindacati ai sindaci delle località interessate. 

Duro il commento della Cgil - Funzione Pubblica, che analizza i problemi: «Tre quesiti restano sul tavolo dopo l’incontro della cabina di regia che si è tenuto giovedì in videoconferenza con Provincia, Upipa, Federcoop, Consiglio delle autonomie locali e Sindacato.

Il primo: è stato comunicato che alcune strutture del territorio, come Pergine e Volano, saranno dedicate ad accogliere malati Covid. Ebbene: non entriamo nel merito delle scelte sanitarie, ma sulle ricadute che queste hanno sui lavoratori – specialmente quelli di Pergine che tra i primi hanno affrontato l’emergenza e che dunque più di tutti necessitano di una tregua – riteniamo necessario un coinvolgimento preventivo per esercitare le necessarie valutazioni e tutele. Secondo: per il personale che da settimane è sottoposto a carichi di lavoro e di stress altissimi, vanno previste forme di alternanza, di riposo, insomma, va consentito loro di poter essere sostituiti da altri colleghi. Terzo: non ci sono ancora indicazioni chiare in merito alla dotazione generalizzata di protezione per il personale in servizio. I sindacati chiedono dall’inizio dell’epidemia di sapere se ogni operatore che entra in contatto con potenziale contagiato Covid dispone degli adeguati dispositivi di protezione individuale.

L’incontro è stato convocato come stabilito dal protocollo d’intesa firmato sabato scorso, quando si era formalizzata la possibilità di attingere al personale degli enti del terzo settore già affidatari di servizi socio sanitari domiciliari e delle comunità di valle. Durante la videoconferenza, i sindacati sono stati informati in merito alle prime mobilità attivate per supportare le Apsp in maggiore sofferenza. Rammentiamo che si tratta di mobilità esclusivamente su base volontaria che è possibile revocare.

Luigi Diaspro, Beppe Pallanch e Marcella Tomasi, Segretari generali delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, spiegano: "Abbiamo preso atto che si dedicheranno due strutture ad anziani affetti da Covid: a Pergine e a Volano. Scelte tuttavia che hanno importanti ricadute sulle condizioni di lavoro degli operatori, dunque serve un confronto a monte per considerare adeguatamente fabbisogni qualitativi e quantitativi di personale in rapporto ad ospiti che assumono altre caratteristiche in termini di bisogni, assistenza, medicalità. Rivendichiamo il diritto ad informazioni esaustive e non parziali, pur in momenti di assoluta emergenza che richiedono decisioni tempestive, per esercitare appieno le nostre responsabilità nei confronti dei nostri rappresentati.

Al contrario, questa grave emergenza non può far venir meno i diritti e le tutele dei lavoratori. Passare da rsa a struttura ad altissimo bisogno sanitario è un cambiamento che modifica pesantemente le attività nelle strutture, anche da un punto di vista dell’approccio psicologico, e ciò con operatori che già da settimane supportano turni di 12 ore e stress altissimi per un lavoro ad altissimo rischio di contagio. Occorrerebbe rafforzare anche la componente sanitaria negli organici, con la presenza di infermieri e medici che coordinino le strutture ed anche il nuovo personale a supporto. Infine, ancora una volta chiediamo chiarezza sulla dotazione di dispostivi di sicurezza adeguat"».


 In un comunicato congiunto di oggi firmato dal sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer, e dal presidente della Rsa di Pergine, Luigi Pintarelli, si precisa che: “Con determinazione del dirigente generale del Dipartimento Salute e Politiche sociali dott. Giancarlo Ruscitti n. 108 del 9 aprile 2020 le RSA di Volano e Pergine (via Pive) sono state individuate quali strutture intermedie COVID in applicazione delle linee guida ministeriali che prevedono la creazione di RSA dedicate sul territorio provinciale”.

“La scelta delle due RSA, come ribadito dal Presidente Fugatti durante la conferenza stampa di giovedì 9 aprile, - si aggiunge - è stata fatta a seguito di un confronto tra Provincia, APSS e Upipa sentito il comitato scientifico provinciale e la task force per l’emergenza Coronavirus.
La RSA di Volano con una capienza di 80 posti letto, attualmente vuota e che sarà operativa con il giorno 14 aprile come comunicato dalla Presidente Parolari in occasione della riunione in videoconferenza con la task force, diventerà LA SOLA struttura COVID a valenza provinciale con lo scopo di accogliere i primi contagiati delle strutture attualmente indenni. Per primi contagiati si intendono solo il primo ospite positivo in una RSA indenne, e NON TUTTI GLI OSPITI POSITIVI. La RSA di via Pive a Pergine fungerà SOLO da struttura “ponte” in attesa del completamento e del funzionamento della RSA di Volano, atteso per la prossima settimana”.

“È pertanto plausibile - aggiungono Oss Emer e Pintarelli - che l’accoglimento degli ospiti primi contagiati COVID (E NON TUTTI!) proveniente dalle altre RSA della sola Valsugana possa durare il tempo necessario a consentire l’apertura della RSA di Volano che come preannunciato dalla sua stessa presidente è previsto per il giorno 14 aprile prossimo.
In tale breve periodo gli eventuali ospiti positivi provenienti dalle altre RSA, che non necessitano di ospedalizzazione, saranno accolti in idonee stanze collocate nel nucleo COVID della RSA di via Pive. Con la stessa determina dirigenziale viene anche stabilito che la task force garantirà alle due RSA il supporto clinico, epidemiologico ed organizzativo necessario a garantire salute agli ospiti e sicurezza al personale. Nel frattempo la RSA di Pergine si sta riorganizzando anche alla luce del numero di ospiti che dopo il risultato del tampone sono stati accertati negativi e di quelli che si stanno negativizzazione (doppio tampone negativo dopo il primo positivo). Per questi, dopo idonea sanificazione degli ambienti già effettuata nella giornata di ieri, verrà dedicato l’intero 3 piano che sarà quindi il primo COVID Free con personale e percorsi dedicati”.


 

La FENALT: "assolutamente no". La casa di riposo di Pergine come nucleo territoriale Covid? No grazie. Si può riassumere con queste due secche parole la presa di posizione del sindacato Fenalt e del suo segretario, Roberto Moser, dopo che il direttore dell’apsp Santo Spirito, Giovanni Bertoldi, ha fatto sapere che la casa di riposo di Pergine, così come altre sul territorio provinciale, grazie ad un modello gestionale ed organizzativo messo in campo per fronteggiare l’emergenza coronavirus è stata individuata come idonea dalla Provincia, dall’Azienda Sanitaria e da Upipa per diventare un «nucleo Covid territoriale», dove far confluire ospiti positivi di altre realtà ancora immuni alla diffusione del virus.

«Siamo assolutamente contrari -precisa Moser- perché il personale non ne può più e sperava di vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. L’apsp sta cercando di uscire da un periodo nero, in cui i turni sono diventati di 12 ore e il personale è stanco e ridotto all’osso. Cercare di trasformarla in un’unità di cure intensive ci pare francamente troppo. Non è rispettoso né dei lavoratori, della loro sicurezza e neppure degli anziani malati, che non possono avere le cure che meritano».
Moser precisa che la Fenalt, ad inizio epidemia, aveva proposto il trasferimento di tutti gli ospiti infetti o sintomatici «presso altre strutture di isolamento attrezzate e sotto stretto presidio medico, soluzione che si doveva adottare usando un piano di un ospedale o altra struttura specifica».
Ora invece, se questa decisione sul «nucleo Covid territoriale» non dovesse essere ritrattata, «ci troviamo costretti a mettere in campo tutte le nostre forze per opporci» precisa Moser, per «tutelare i lavoratori di queste strutture, con ogni mezzo possibile. Sicuramente sbagliare in queste situazioni è umano, ma perseverare ci sembra assurdo».


 

 

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