Cavi del computer tranciati: maestra d'asilo a giudizio

Una maestra di scuola dell’infanzia è finita a processo con l’accusa di aver tranciato i cavi a due computer della Federazione delle scuole materne. Accusa che l’imputata - a cui vengono contestati i reati di danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio - respinge al mittente.

La strana vicenda è al centro di un processo che si celebra davanti al giudice Greta Mancini. Il procedimento penale nasce dalla querela sporta dalla stessa Federazione, difesa dall’avvocato Antonio Palermo, per quanto accadde negli uffici della sede di via Degasperi il 21 dicembre del 2016.

L’altro ieri mattina in aula, citati come testimoni dall’accusa e dalla parte civile, hanno deposto alcuni dipendenti della Federazione che quel giorno erano in servizio. L’imputata, una maestra supplente, era stata vista aggirarsi per gli uffici durante la pausa pranzo. Secondo l’accusa sarebbe stata lei, per vecchie ruggini, a tranciare i cavi dei due computer e a interrompere l’erogazione della corrente elettrica (poi subito ripristinata) .

La difesa, sostenuta dall’avvocato Filippo Fedrizzi, sostiene che non c’è alcuna prova a carico dell’imputata. Misterioso è anche il movente. Ieri è emerso che la maestra in passato si era lamentata a più riprese perché il sistema automatico che seleziona le maestre per un’eventuale supplenza non funzionava. Il problema - dovuto al telefono dell’imputata e non al sistema di chiamata automatica - venne comunque risolto circa un anno prima del danneggiamento dei computer.

Il processo è stato rinviato in seguito alla modifica del capo di imputazione.

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