Di Maio: «Lavoriamo per portare Chico Forti in Italia»

La soluzione più «realistica» sul caso Forti è ottenere «il suo trasferimento in Italia come detenuto», perché «per una revisione processo si richiedono elementi che gli Usa non ritengono sussistere». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al question time alla Camera sul caso del connazionale Enrico ‘Chico’ Forti, arrestato negli Usa nel 1998 e condannato all’ergastolo nel 2000 da un tribunale della Florida con l’accusa di omicidio premeditato.

Di Maio ha spiegato che il governo ha in mente di presentare una richiesta di rientro in Italia al governatore della Florida.
Ed ha comunque ricordato che «il nostro consolato a Miami, in coordinamento con la Farnesina, sta fornendo ogni assistenza mantenendo un costante contatto con i familiari e con visite periodiche in carcere, ed ha fornito anche assistenza economica, con sussidi per le spese legali e per l’acquisto di beni di prima necessità».

Di Maio ha ricordato che Forti «si è sempre proclamato innocente e solo nel 2018 ha fatto istanza di rientro in Italia» per scontare il resto della pena. «Ma il suo obiettivo primario - ha aggiunto - è la grazia, che ancora non ha richiesto».

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