Mattarella e Van der Bellen al muro del lager di Bolzano «Alto Adige casa di tutti, nell'Europa»

Il maestro Franz Innerhofer fu ucciso il 21 aprile 1921 nel cortile di una casa del centro storico di Bolzano nel tentativo di proteggere un alunno durante un’aggressione squadrista. Fu la prima vittima del fascismo in Alto Adige. Dal lager di transito di Bolzano, durante il regime nazista, partirono i treni della morte verso i grandi campi di concentramento. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il suo omologo austriaco Alexander Van der Bellen hanno scelto questi due luoghi simbolo per commemorare - per la prima volta assieme - le vittime del nazifascismo in Alto Adige.

I due capi di stato sono venuti in Provincia di Bolzano, su invito del governatore Arno Kompatscher, per ricordare i 100 anni dell’Accordo di Saint Germain, che sancì il confine del Brennero, e i 50 anni del Pacchetto d’autonomia, che portò la pacificazione dell’Alto Adige. Mattarella, nel suo intervento, ha ripercorso la difficile e dolorosa storia di questa terra nel cuore della Alpi durante il Novecento. Il cammino verso l’autonomia - ha detto - «è stata anche tortuosa», ma «ha prevalso la fiducia e la lealtà nei rapporti con l’Austria».

Secondo Mattarella, «l’Alto Adige Sudtirolo è un unicum assoluto. Costituisce un esempio di autonomia a livello mondiale, che assicura non soltanto la serena convivenza, ma anche lo sviluppo armonioso di questo straordinario territorio».
«Nel grande ambito europeo, ciascun popolo sa di rappresentare una minoranza, perché l’Europa nasce composita e la sua forza consiste nel saper unire le diversità», ha concluso Mattarella.
Van der Bellen ha invece sottolineato la «responsabilità comune per garantire lo sviluppo dell’Alto Adige per la tutela della lingua, della cultura e della tradizione». «L’Austria rimarrà anche in futuro al fianco di Bolzano», ha assicurato.
«Il Pacchetto è stato fondamentale per la moderna autonomia - ha sottolineato - e assieme siamo riusciti a superare le forze distruttive della contrapposizione, rendendo l’Alto Adige la terra fiorente e pacifica che oggi possiamo ammirare».

Visione ribadita anche da Kompatscher per il quale «l’autonomia dell’Alto Adige è il nostro bene comune, la casa per tutti i gruppi linguistici, un modello capace di superare conflitti etnici». Secondo il presidente, gli strumenti di tutela previsti, come la parificazione delle lingue, il criterio della proporzionale nell’assegnazione dei posti nel pubblico impiego, l’insegnamento nella propria madrelingua, hanno prodotto effetti positivi per tutti i gruppi linguistici».

Particolarmente toccante la commemorazione delle vittime del nazifascismo davanti al Muro della Memoria dell’ex lager. Mattarella e Van der Bellen hanno deposto una corona. Un gesto che, secondo il governatore, «ha un enorme valore simbolico: si tratta di un segnale politico importante e di un gesto di riconciliazione e comprensione reciproca che rispecchia in pieno lo spirito europeo».

VIDEO - L'OMAGGIO AGLI INTERNATI DELL'EX LAGER 

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