Alloggio negato a transgender: non ci fu discriminazione

La Corte d’appello di Trento ha decretato l’estraneità di Toxon spa all’accusa di discriminazione legata ad un suo studentato e relativa a un alloggio richiesto da una persona transgender che aveva intrapreso un’azione legale dichiarando di essersi vista negare una stanza in affitto a Trento.

In primo grado venne accertata una discriminazione, vietata dalla normativa in materia di divieto di discriminare nell’accesso a beni e servizi (la locazione) per motivi di sesso e genere e stabilito un risarcimento di 10.000 euro.

Ma la sentenza pubblicata lo scorso 18 ottobre - comunica una nota della società - cambia tutto, ed «esprime in termini molto netti in favore di Toxon e condanna l’accusatrice al pagamento delle spese legali», prosegue la nota.

Nella sentenza della Corte d’Appello si legge che: «Il fatto che non sussistesse alcun intento discriminatorio da parte della Toxon e non vi fosse in concreto, oggettivamente, alcuna discriminazione in ragione dello stato personale dell’interpellata, emerge in tutta chiarezza».

L’accusa - prosegue la nota della società - «riteneva, erroneamente, che l’alloggio non fosse stato offerto alla persona in questione non tanto perchè non iscritta ad alcun corso di studi, ma in quanto transgender e, pertanto, richiedeva il pagamento dei danni morali ed altro».

La Corte d’Appello ha inoltre «confermato che Toxon spa aveva persino offerto all’interessata un’opzione sulla stanza, anche oltre il tempo massimo previsto dal regolamento dello studentato, alla sola condizione che rivestisse la qualifica di studente, come tutti gli altri ospiti della struttura, o di studente-lavoratore. Avendo la persona deciso, dopo un periodo di incertezza da lei stessa dichiarato davanti al giudice, di non iscriversi ad alcun corso di studi - prosegue la nota della società - Toxon si è trovata nella situazione di non poterla accogliere nello studentato, ma le ha comunque offerto in locazione, senza alcun aggravio di costi, un appartamento in un proprio immobile del centro storico, proposta che è stata rifiutata. Si precisa peraltro che la società aveva precedentemente già negato l’alloggio nello studentato a richiedenti che non fossero studenti», si legge in una nota della società.

L’avvocato Alexander Schuster, difensore della giovane transgender commenta: «Siamo totalmente in disaccordo, diamo fiducia all’interpretazione dei fatti data nella prima fase del procedimento, che era molto più analitica. La Corte d’appello non ha compreso cosa è successo e come ha funzionato la discriminazione. Si sta valutando come reagire e se presentare ricorso in Cassazione, ma riteniamo che la sentenza non sia condivisibile, anche per via delle ampie motivazioni precedenti».

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