Spaccio nelle valli di Fiemme e Fassa Sedici pusher trentini e albanesi patteggiano pene per 44 anni di carcere

Un bar trasformato in una “base” dello spaccio e una rete di pusher che poi piazzava la sostanza stupefacente nelle valli di Fiemme e Fassa e perfino in val di Cembra.

Un giro d’affari florido, in grado di garantire introiti anche di 60 o 70 mila euro mensili. Nel novembre 2018 i carabinieri della compagnia di Cavalese, coordinati dal pm Davide Ognibene, avevano smantellato un sodalizio dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti composto da numerosi trentini e albanesi: in carcere, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio erano finite sedici persone.

A distanza di meno di un anno, quasi tutti gli arrestati hanno definito la loro posizione e chiuso questo capitolo con un patteggiamento, ma per il solo reato di spaccio (è caduta l’accusa di associazione a delinquere): 44 anni di carcere complessivi e multe per oltre 194mila euro.

Tre degli imputati, inoltre, hanno beneficiato di un ulteriore “sconto” di pena per il risarcito danno, versando una somma a comunità che si occupano del recupero di tossicodipendenti.

L’udienza di ratifica dei patteggiamenti si è svolta ieri mattina davanti al giudice Enrico Borrelli.

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