Elicottero caduto: decollano i costi In 2 anni quasi 6 milioni di euro per il noleggio del "sostituto"

di Pietro Gottardi

Più di due anni fa, esattamente il 5 marzo 2017, uno dei due elicotteri AW139 in dotazione al Nucleo elicotteri della Provincia, precipitò durante un’operazione di soccorso in Val Nambino. Fortunatamente non si registrarono vittime e anche i feriti se la cavarono tutto sommato senza gravi conseguenze. Ingenti, invece, furono i danni subiti dal velivolo, che venne recuperato e depositato in un hangar all’eliporto di Mattarello.

Il dilemma se tentare di ripararlo o rottamarlo definitivamente si pose immediatamente, ma né la giunta Rossi nella sua fase finale di governo, né quella Fugatti nella parte iniziale della nuova legislatura si sono premurate di dare una risposta.

A distanza di 26 mesi dall’incidente sul piano decisionale tutto è rimasto immobile, come il relitto malandato dell’AW139 che giace in deposito. Tutto cristallizzato in attesa non si sa di che cosa - forse di un colpo di bacchetta magica? - tranne i costi, che come un tassametro sono scattati nell’esatto momento dello schianto e ancora adesso corrono veloci. Se infatti a copertura del danno all’aeromobile c’è la polizza Kasko, la Provincia dal giorno dell’incidente ha aperto un rubinetto di spesa per riuscire a garantire il servizio di elisoccorso H24 così come delineato dalla delibera di giunta numero 2498 del 16 ottobre 2009.

Per ottemperare infatti alle disposizioni di questo provvedimento, non si può prescindere dalla disponibilità di almeno tre elicotteri con allestimento sanitario (i due Agusta e il vecchio Dauphin), di cui almeno due idonei al volo notturno. Ecco così spiegata la necessità di noleggiare un modello di elicottero con allestimento sanitario analogo a quello caduto, a cui ha dato corso dalla Cassa Antincendi con delibera numero 59 del 31 luglio 2017 per una spesa annuale a favore della società Airgreen srl di Robassomero (To) di 2 milioni 562.000 euro così ripartiti: 125 mila al netto di Iva quale quota mensile fissa (per 12 mesi) e 600 mila euro al netto di Iva, quale quota complessiva oraria per 400 ore di volo per l’intero periodo contrattuale. Cifra a cui vanno aggiunti 210.881 euro di coperture assicurative.

Un anno sembrava un lasso di tempo ragionevole per valutare se fosse conveniente ripristinare l’Aw 139 dalle ali tarpate o privilegiare altre soluzioni, ma così non è stato. La politica ha deciso di non decidere e così il 28 giugno 2018 la Cassa Antincendi ha rinnovato il noleggio della macchina per un altro anno sborsando ulteriori 2 milioni 790.750 euro (cifra maggiorata per un previsto maggior utilizzo estivo per addestrare i piloti al volo con i visori notturni) più costi assicurativi.
Ora basta eseguire una semplice addizione per scoprire che il 4 settembre prossimo - giorno in cui scadrà il secondo anno di noleggio - la Provincia Autonoma di Trento solo per “tamponare” la falla apertasi nella sua flotta elicotteri avrà pagato quasi 5 milioni 800.00 euro, con il concreto rischio di dover mettere ancora mano al portafoglio qualora si sforassero le 400 ore di volo comprese nel contratto di noleggio.

Quando si parla di cifre è solo avendo un termine di paragone che si può coglierne appieno il significato. In questo caso in aiuto viene la gestione del servizio di elisoccorso nel vicino Alto Adige, dove la Provincia ha scelto fin dall’inizio di esternalizzarlo per la parte riguardante mezzi, manutenzione, piloti e motoristi. Strutturato su due basi una all’ospedale di Bolzano e l’altra a quello di Bressanone, il servizio di elisoccorso in Alto Adige (anche se non esteso alle ore notturne) costa annualmente alle casse pubbliche circa 6 milioni di euro. Il dato fa pensare, e molto, visto che con il soldi spesi dalla Provincia di Trento per  il noleggio annuale dell’Aw 139, la Provincia di Bolzano copre il costo annuale complessivo di una delle sue due basi senza dover preoccuparsi di manutenzione mezzi, guasti, fermi macchina e quant’altro possa far lievitare i costi e inficiare il servizio.

Per il Trentino la scadenza di settembre è ormai prossima. In ballo c’è la continuità da assicurare ad un servizio di vitale importanza come quello dell’elisoccorso, diventato uno dei perni su cui si reggela sanità trentina. Dopo troppi mesi trascorsi senza decidere seriamente che organizzazione darsi per il futuro e volando letteralmente a vista (la recente vicenda della nomina ad accountable manager del dirigente Cesarini Sforza privo dei titoli richiesti da Enac ne è l’emblema) ora è il momento di sbilanciarsi indicando la rotta da percorrere. Tre le soluzioni che si possono ipotizzare: 1) prolungare di un altro anno il noleggio del terzo elicottero avendo appurato che sia conveniente far riparare con i soldi della Kasko il «fratellino» malconcio e che ciò si possa fare in tempi certi; 2) acquistare un elicottero nuovo (costo 15-18 milioni); 3) prendere la palla al balzo per rivoluzionare l’organizzazione del Nucleo Elicotteri - molti tecnici nel giro di un anno o due andranno in pensione - salvaguardando il patrimonio professionale costituito dai piloti di stanza a Mattarello, ma esternalizzando la fornitura degli elicotteri con una gara europea che copra cinque o sei anni di elisoccorso e consenta quindi di risparmiare riportando i costi sotto controllo definendo al contempo un servizio efficiente e al passo con i tempi.

La decisione ora tocca alla politica: parola al presidente e assessore alla Protezione civile Maurizio Fugatti.

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