Vaccini, missione compiuta: copertura al 95% In Trentino raggiunta l'«immunità di gregge»

di Fabia Sartori

In Trentino la copertura vaccinale infantile obbligatoria raggiunge la soglia del 95% (bambini fino a 6 anni). Significa aver raggiunto in provincia la cosiddetta «immunità del gregge»: il numero di bambini vaccinati garantisce protezione in maniera indiretta anche ai bimbi che non sono immuni alla malattia per cui è somministrato il vaccino. Il dato è ancora ufficioso ed è stato rivelato ieri dai vertici del Dipartimento di Igiene e sanità pubblica dell’Apss durante l’incontro «La compliance delle vaccinazioni infantili» (vedi altro pezzo in pagina). «Il dato - spiega la dirigente del Dipartimento Maria Grazia Zuccali - non è ancora definitivo. Ci avviciniamo moltissimo alla soglia del 95% e la tendenza all’erosione della copertura vaccinale che si è verificata negli ultimi anni si è invertita».

Buona parte del merito è da attribuire all’ottimo risultato conseguito nell’azione di «recupero» di bambini e ragazzi (o meglio dei loro genitori, ndr) che non avevano risposto alle chiamate vaccinali nel biennio 2017/2018. «Più della metà dei 12.000 bambini non in regola con le vaccinazioni obbligatorie - spiega Zuccali - si sono vaccinati a seguito di un nuovo invito alla vaccinazione ed, eventualmente, del successivo colloquio personalizzato con i genitori». Il 61% di under 16 anni, quindi, è stato vaccinato: si tratta in totale di 7.320 ragazzi. Rimangono inadempienti all’obbligo 4.680 giovani. Così viene contrastato il progressivo calo delle vaccinazioni con il (quasi) raggiungimento dell’immunità di gregge. «Nelle tre fasce d’età considerate (fino ai 3 anni, dai 3 ai 6 anni, dai 6 ai 16 anni) - aggiunge Zuccali - la decisione di rispettare l’obbligo vaccinale è uniforme: la percentuale di «recupero» si attesta attorno al 60% per ciascun range d’età esaminato».

Le attività di «recupero» (invito alla vaccinazione e successivo colloquio con le famiglie che, nonostante l’invito, decidevano comunque di non adempiere all’obbligo vaccinale) sono chiaramente correlate all’obbligatorietà vaccinale sancita dal Decreto vaccini del 2017. Per decisione del Governo italiano i vaccini obbligatori sono aumentati da quattro a dieci, sono diventati requisito per l’ammissione ad asili nido e scuola d’infanzia e nella fascia tra i 6 ai 16 anni sono state previste sanzioni nel caso di inadempienza. «Va detto - chiarisce Zuccali - che, per i ragazzi più grandi, l’invito alla vaccinazione è stato spesso un promemoria per genitori che avevano «scordato» di dover vaccinare i figli. In altri casi, l’obbligo vaccinale è stato vissuto come una minaccia.

Tuttavia, a volte, è stato sufficiente il colloquio personalizzato con approfondimento delle motivazioni per cui i genitori erano persuasi a non rispettare l’obbligo vaccinale. È stato loro chiesto il motivo della “non adesione”» e gli operatori sanitari, opportunamente formati, sono stati in grado di rispondere alle domande specifiche delle famiglie».
E qui Zuccali vuole sottolineare il grande lavoro svolto dall’Apss nella formazione ad hoc del personale sanitario. «Un grande sforzo da parte dell’Azienda sanitaria e dei suoi operatori - dice - che ha portato al conseguimento di un ottimo risultato». Alla specifica formazione del personale, poi, si aggiungono i numerosi colloqui svolti con le famiglie che avevano rifiutato di adempiere all’obbligo vaccinale, le informazioni fornite nella fase di counseling prevaccinale, le campagne di comunicazione attivate nelle singole Comunità di Valle. «E, soprattutto - prosegue Zuccali - la sinergia d’intenti con i pediatri. Tanto che recentemente, e per il prossimo futuro, è stato introdotto un incontro mirato nei percorsi di accompagnamento alla nascita. In cui un pediatra ed un operatore del Servizio vaccinale incontrano le future mamme per informarle adeguatamente sui vaccini».

La percentuale di «recuperi» pari al 61% è migliorabile? «Fare dell’altro rispetto alle iniziative già messe in campo - conclude Zuccali - è davvero difficile: diventerebbe una sorta di accanimento. Forse qualche suggerimento utile ci potrà giungere dalla ricerca presentata oggi, cofinanziata da Fondazione Caritro e Università di Trento, che si svolgerà in collaborazione con l’Apss».

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