I giornalisti italiani a congresso a Levico: «Libertà sotto assedio»

La «stampa è sotto attacco», perchè il potere punta alla «cancellazione del pluralismo» a favore del «pensiero unico», che mina la libertà dei cittadini attraverso la carenza di informazioni. È la denuncia del segretario generale del Fnsi, Raffaele Lorusso, pronunciata ieri pomeriggio dal palco del ventottesimo congresso del sindacato dei giornalisti, a Levico Terme, fino al 14 febbraio.

Un congresso intitolato ad Antonio Megalizzi, il giovane collega morto in seguito all’attentato di Strasburgo di dicembre. 

Proprio sulla libertà d’informazione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha centrato il suo indirizzo di saluto inviato al congresso con un video. «Libertà di informazione e democrazia - ha scritto - sono elementi inscindibili. La vita della Repubblica e la nostra Costituzione sono profondamente segnate da questo principio» ha proseguito, citando «l’art. 21 della Costituzione, riferimento fondamentale per il diritto-dovere del cittadino di attingere a un’informazione libera per alimentare le proprie scelte in modo consapevole». Un principio, secondo Mattarella, che non può arrestarsi di fronte alla rete e alle crescenti difficoltà nel riconoscere le fake news. «Argine», secondo la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, può essere un giornalista sempre più preparato, aggiornato e rispettoso della deontologia, ha mandato a dire a suo volta in un messaggio di buon lavoro.

Lorusso ha bollato «insulti e ingiurie», come «attacco ai principi stessi della Costituzione, affermando che »servono coraggio e determinazione per dare nuova dignità alla categoria«. Una categoria in cui il numero di pensionati cresce, mentre calano le assunzioni.

A sottolineare la responsabilità del lavoro giornalistico, così come dell’operato dei politici per il peso sulla vita delle persone è giunto il messaggio del presidente della Camera, Roberto Fico (5 Stelle), che ha affermato la necessità di «rafforzare ogni giorno l’autonomia dei cronisti rispetto a ogni tipo di influenza esterna, per tutelare una professione centrale per la democrazia», oltre a quella di rivedere la governance della Rai, perchè è «fondamentale per la democrazia poter contare su un servizio pubblico di grande qualità, al passo con i tempi e totalmente indipendente dalla politica».

Ma ai 5 Stelle è stato dedicato un durissimo intervento nel pomeriggio: «La stampa è sotto attacco, perchè ostacolo ad un modello a cui il potere ambisce da sempre, ovvero la cancellazione del pluralismo, l’annientamento del pensiero critico, la diffusione del pensiero unico» ha detto nel suo messaggio il segretario generale Raffaele Lorusso.
«L’attacco ai giornalisti - ha aggiunto - è l’attacco stesso al diritto di essere informati: cittadini meno informati o disinformati sono cittadini meno liberi».

«Gli insulti e le ingiurie - ha proseguito Lorusso - fanno parte di un attacco ai principi stessi della nostra Costituzione: nel mirino non solo art. 21, ma anche articolo 2, per il valore sociale, l’art. 3, l’uguaglianza. I giornalisti danno fastidio ad un potere che non ama i contrappesi della democrazia. Servono coraggio e determinazione per dare nuova dignità alla categoria, accompagnando anche alla porta chi con il giornalismo ha poco a che fare. Ma nessun confronto è possibile con chi si pone l’annullamento dell’interlocutore».

Proprio nella giornata del congresso, è piombata la notizia da Bruxelles: per il Consiglio d’Europa segnala il costante peggioramento della situazione dei cronisti in Italia, per il continuo restringersi della libertà di stampa.

Del caso di occupa il parlamentare del PD Anzaldi: «Il Consiglio d’Europa dice che il Governo M5s-Lega mette a rischio la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti in Italia con attacchi continui, annunci di ritorsioni, minacce da parte dei due vicepremier Di Maio e Salvini. L’Ordine dei giornalisti della Campania, però, ha deciso di archiviare il procedimento contro Di Maio che ha accusato la stragrande maggioranza dei giornalisti di essere ‘infimi sciacalli, corrotti intellettualmente e moralmentè» afferma Anzaldi.

«Come è possibile che mentre dall’Europa arriva l’allarme sulla libertà di informazione nel nostro Paese, l’istituzione chiamata a tutelare i giornalisti, ovvero l’Ordine professionale, decida di salvare il protagonista della caccia al giornalista, ovvero il leader M5s?».

«Come è possibile - prosegue Anzaldi - che nessuno, giornalisti, intellettuali, sindacati, associazioni, faccia appello? Come è possibile che i primi a tollerare situazioni di attacco alla libertà di stampa, come l’imbarazzante occupazione dell’informazione pubblica della Rai, siano proprio i giornalisti delle redazioni dei telegiornali? Contraddizioni inspiegabili».

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