A Mezzolombardo l'addio a Rodolfo Borga

di Nicola Baldo

Tanta, tantissima gente ha voluto salutare per l'ultima volta Rodolfo Borga (Foto Paolo Pedrotti).

Troppo piccola la Chiesa parrocchiale per contenere tutto l'affetto non solamente dei residenti di Mezzolombardo che hanno voluto rendere omaggio al loro ex sindaco, ma anche provenienti da tutto il Trentino. Per permettere a tutti di salutare il consigliere provinciale di CivicaTrentina sono stati predisposti anche alcuni parcheggi supplettivi, utilizzando i posti auto della Lidl su via Degasperi.

Intorno alla chiesa, in pieno centro storico a Mezzolombardo, infatti tutti i parcheggi erano pieni ben prima dell'inizio della funzione. Fra i banchi tanta gente comune ma anche i vertici della Provincia, politici di ieri e di oggi di ogni schieramento, oltre all'attuale amministrazione di Mezzolombardo ed i rappresentanti di associazioni, i sindaci degli altri comuni della Piana, gruppi e realtà della borgata rotaliana.

Moltissime le autorità presenti, a partire dai presidenti delle due provincie autonome, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, e dal presidente del consiglio provinciale, Walter Kaswalder. Numerosi anche i compagni di partito e i colleghi consiglieri, anche delle passate legislature.



Tantissimi, ovviamente, anche i cittadini e gli amici di Borga. Proprio questi ultimi, ieri, lo hanno voluto ricordare in maniera speciale.

Per dare l’ultimo saluto all’amico Rodolfo, i «forcoloti» hanno compiuto, sul Monte Fausior, un pellegrinaggio fino alla «Cros de Mezombart» voluta da Borga, per recitare una preghiera alla sua memoria.
Hanno concordato di salire lassù ogni anno, nella data della sua scomparsa, per ricordare colui che fu l’artefice della loro associazione.

Il gruppo dei forcoloti è l’associazione ideata, con alcuni amici, da Rodolfo Borga nel 2004. L’idea di dar vita ad un’associazione goliardica per far rivivere lo spirito di appartenenza al paese nacque con un carro di carnevale, allestito in occasione della sfilata di quell’anno e ispirato all’Ape Maia.

«Noi sen forcoloti doc, come el nos Teroldeg», ebbe a dire Borga, allora sindaco, in occasione della fondazione dell’associazione. Con i suoi inseparabili amici Luca Pedron, Raffaelo Roncador e il compianto Andrea Devigili, Borga ha trascorso la maggior parte del suo tempo libero sulle pendici del Monte Fausior ed è per questo che ieri alcuni forcoloti si sono recati in quella che Borga riteneva, a giusta ragione, l’oasi del suo paese. «Forcolot» è il soprannome dell’abitante di Mezzolombardo e un’antica leggenda narra che, alimentata dall’astio del campanile, i «cugini» di Mezzocorona raggiungevano Mezzolombardo, attraverso il ponte delle Fosine, per bruciare i capitelli. Da qui il loro soprannome di «Brusacristi», ma venivano sempre scacciati dai forcoloti di Mezzolombardo che, impugnando le loro forche (da qui il soprannome), li rispedivano sull’altra sponda del torrente Noce.

«Quando era libero dai suoi impegni istituzionali e familiari - racconta Luca Pedron - Rodolfo non riusciva a resistere alla tentazione di salire sul Fausior assieme a noi. Grazie a lui, ai tempi in cui era sindaco, abbiamo costruito «el baitel dei forcoloti» in località Pra’ Grant, nel quale sono state organizzate tante feste, ospitando anche le altre associazioni del paese». Lo spirito era di ritrovarsi assieme, quello spirito fraterno e di sincera amicizia ereditato dai loro nonni e che i forcoloti intendono tramandare ai posteri. «ci mancherà, ma nessuno lo potrà mai dimenticare», è il lapidario ricordo di Raffaelo Roncador. Il gruppo, riconosciuto come «associazione culturale e di solidarietà per mantenere vive le tradizioni di Mezzolombardo», annovera oltre cinquecento tesserati tra cui tanti i giovani che partecipano alle attività dei forcoloti. Proprio come Borga, appena insediatosi sindaco, espresse nei suoi desideri: «Mi piacerebbe veder nascere un’associazione di volontari che svolga attività sociali all’interno del paese». E gli amici, spinti dal suo entusiasmo, lo hanno accontentato. Gli stessi amici che ieri l’hanno ricordato sotto la croce che proprio Borga aveva piantato assieme a loro.

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