Giovedì in Duomo i funerali di Antonio Megalizzi

La salma di Antonio Megalizzi, dopo le procedure legate all’autopsia in Francia, sarà a Roma nella giornata di mercoledì, anche se i tempi potrebbero essere anticipati a domani sera. Secondo quanto appreso dall’ANSA a Parigi, il rapporto a conclusione dell’autopsia dovrebbe essere pronto fra stasera e domani e appena il procuratore di Parigi darà il suo benestare, la salma del giornalista italiano ucciso al mercato di Natale di Strasburgo potrà partire per Roma.

Nella capitale sarà brevemente a disposizione delle autorità italiane per poi essere trasferita a Trento, rispettando così il programma che prevedeva i funerali per giovedì. L’osservanza di questa tempistica, nel rispetto delle procedure della magistratura francese, è possibile grazie alla stretta collaborazione fra autorità italiane e francesi in queste ore allo scopo di accelerare quanto più possibile l’iter per alleviare le sofferenze della famiglia.

Sarà allestita nella chiesa parrocchiale di Cristo Re, a Trento, la camera ardente per Antonio Megalizzi. Lo rende noto l’arcidiocesi di Trento precisando che l’arcivescovo Lauro Tisi ha annunciato di voler accogliere personalmente la salma di Antonio, accanto ai famigliari e al parroco don Mauro Leonardelli.

All’arrivo a Trento, il feretro sarà portato nella chiesa parrocchiale, d’intesa con la famiglia. La chiesa resterà aperta per consentire a tutti di rendere omaggio alla giovane vittima dell’attacco terroristico di Strasburgo.

In attesa dei funerali, la comunità parrocchiale di Cristo Re a Trento, dove il giovane viveva, prosegue nella preghiera quotidiana del rosario alle ore 17.30, fino al giorno dell’estremo saluto.
Antonio - sottolinea l’arcidiocesi di Trento - era cresciuto nella comunità di Cristo Re, accompagnando spesso la mamma Annamaria, catechista e ministro straordinario della Comunione, e la sorella Federica, impegnata ad animare il coro nella messa del sabato sera.


L'AMICO POLACCO MORTO DOMENICA

Li aveva legati una passione comune, raccontare alla radio l’Europa, e li ha legati per sempre il destino. Anche Bartek, l’amico e collega di Antonio Megalizzi che era con lui quella tragica sera al mercatino di Natale di Strasburgo, è morto. Anche lui colpito dai colpi impazziti di Chekatt e anche lui rimasto per giorni tra la vita e la morte. La notizia, rimbalzata domenica sera, porta a cinque vittime il tragico bilancio della strage. E aggiunge dolore a dolore.

Antonio e Barto Pedro Orent-Niedzielski, semplicemente Bartek per gli amici, erano andati con Clara Rita Stevanato e Caterina Moser, le due studentesse venete universitarie a Parigi, al mercatino dopo una giornata di lavori all’europarlamento. Si trovavano sotto al ponte del Corbeau quando il killer ha iniziato a sparare sulla folla. Le due giovani donne sono riuscite a scappare. Per Antonio a Bartek, di origini franco-polacche, non c’è stato scampo: entrambi colpiti alla testa in modo molto grave hanno lottato per giorni in ospedale.

Antonio a Strasburgo aveva trovato alloggio proprio a casa di Barto. Nei giorni scorsi, ricordando Megalizzi, gli amici avevano parlato anche di lui: “Ricorderò tutto, anche le nostre chiacchierate con Bartek e i suoi folli tour culturali per Strasburgo che prendevamo in giro ma in fondo amavamo”, scriveva qualcuno in una lettera all’amico scomparso. Barto Pedro Orent-Niedzielski, 35 anni, era rimasto fino ad oggi in coma profondo. Non si era mai più svegliato da martedì sera quanto Cherif Chekatt gli aveva puntato la pistola in fronte e aveva fatto fuoco.

“Il suo cuore si è fermato dopo cinque giorni di coma profondo” ha raccontato una persona che ha parlato con la mamma di Bartek, Dorota Odent, a Le Monde. La donna e il fratello di Bartek avevano deciso di non staccare le macchine che lo mantenevano in vita in modo di permettere a tutti gli amici di andarlo a salutare all’ospedale di Hautepierre, lo stesso dove era ricoverato anche l’amico trentino a Strasburgo. E una fila lunghissima, ininterrotta, di amici si è formata per andare a dirgli addio, riferiscono diversi testimoni, prima della drammatica decisione di staccare la spina.

Bartek era di Strasburgo, impegnato e attivo in molte cause tra cui quella Lgbt, per la cultura Yiddish e per le radio libere. Ma per tutti, lui che parlava molte lingue e voleva aprire un ostello linguistico nella città francese, era “cittadino del mondo”.


L’INNO ALLA GIOIA

Mentre la sua famiglia e tutta Trento con essa darà l’ultimo addio al giovane e sfortunato Antonio Megalizzi, Rai Radio gli renderà omaggio mandando durante le esequie su tutti i suoi canali la melodia dell’Inno alla Gioia.
Composto da Johann Christoph Friedrich von Schiller, reso famoso nel mondo da Ludwig van Beethoven e divenuto l’Inno Ufficiale dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa, sarà proprio questa composizione che celebra l’Europa unità e della fratellanza, l’Europa nata dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale e Premio Nobel per la Pace, a salutare per l’ultima volta Antonio Megalizzi, di cui tante voci all’indomani della tragica scomparsa hanno ricordato lo spirito filoeuropeista. Proprio in nome della grande fiducia del giovane nelle istituzioni e soprattutto nel sogno europeo Rai Radio gli dedicherà l’Inno europeo, come omaggio ad una vita proiettata in Europa e con l’obiettivo di indicare ai giovani e a tutti il suo esempio, la sua passione, il suo impegno nel lavoro. «In questo modo - si spiega - Rai intende onorare gli ideali europei di Antonio, con una musica emblema di concordia, per contrastare l’orrore». 


 

 UNA RADIO EUROPEA

Ha dato il suo parere favorevole anche il presidente della Camera Roberto Fico all’idea di una Radio che unisca le Università europee, una delle tante iniziative proposte in ricordo di Antonio Megalizzi e del suo lavoro per divulgare l’Europa, per tenere vivo l’impegno che il giovane reporter aveva iniziato per raccontare l’Unione e farne comprendere gli ideali alla gente. Il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini aveva lanciato nelle scorse ore l’idea di dare vita ad una radio studentesca europea, in cui i ragazzi Erasmus potessero raccontare quotidianamente ai loro coetanei la vita dell’Unione Europea. Il sogno di Antonio.


 IN PREGHIERA

Da mercoledì, ininterrottamente, don Mauro Leonardelli ha tenuto viva la solidarietà dei parrocchiani, dei tanti amici di famiglia dei Megalizzi, riunendoli tutti i pomeriggi per un momento di preghiera. Aperto a tutti, anche a chi Antonio non lo conosceva, o anche a chi in chiesa, magari, non entrava da un bel po’ di tempo. Ma il fine era superiore: essere uniti per lui, abbracciare simbolicamente, a distanza, la sua famiglia, quei genitori e la sorella che con il passare delle ore hanno visto svanire ogni speranza di vederlo sopravvivere.
Ieri, ancora una volta, la chiesa di Cristo Re ha dedicato preghiere e pensieri ad Antonio, in attesa che la sua salma rientri in Italia. Durante la messa domenicale, alle 10.30, il parroco ha chiesto nuovamente ai fedeli di stare vicini ai Megalizzi, ricordando che «chi crede non è mai solo». Anche un gruppo di bambini del catechismo, sempre durante la funzione, ha rivolto un pensiero al ragazzo e alla sua famiglia, esprimendo vicinanza e sostegno.
Ieri sera, invece, intorno alle 20, la parrocchia ha ospitato una riunione alla quale hanno preso parte don Mauro, alcuni fedeli vicini alla famiglia Megalizzi e una rappresentanza della Curia per discutere dello svolgimento della liturgia funebre, che dovrebbe tenersi mercoledì o giovedì nel Duomo. Per oggi, infatti, è prevista l’autopsia sulla salma di Antonio, che dovrebbe poi rientrare in Italia per metà della settimana. «Sul giorno esatto non ho ancora notizie - spiega don Mauro - oggi (ieri, ndr) non ho avuto ancora modo di sentire mamma Annamaria, ma immagino che molto dipenderà dall’iter burocratico in Francia. Noi comunque siamo qui, pronti ad accogliere la famiglia e a stare loro vicini». Proseguiranno, intanto, i momenti di preghiera dedicati ad Antonio: fino al giorno del funerale, infatti, la chiesa di Cristo Re continuerà ad ospitare un rosario pomeridiano, alla presenza di don Mauro e aperto a chiunque voglia stare vicino ai Megalizzi, alle 17.30. Anche il vescovo, monsignor Lauro Tisi, nelle ultime celebrazioni ha rivolto un invito ai fedeli affinché pregassero per Antonio e la sua famiglia, mentre affiderà i suoi pensieri all’omelia funebre della prossima settimana. Nella preghiera di sabato, don Mauro aveva portato anche un messaggio di vicinanza da parte della comunità islamica, che nei giorni scorsi aveva fatto sapere di essere «scossa e addolorata» per quanto accaduto a Strasburgo e per le vittime.

 

 

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