Vigilantes a Santa Maria, il vescovo chiede cautela

«Mi rattrista profondamente che un luogo di culto, e in particolare la basilica che ha legato il proprio nome a uno dei Concili più importanti della storia, rischi di finire al centro di qualsivoglia strumentalizzazione. È un’eventualità che scongiuro con fermezza».

L’arcivescovo di Trento Lauro Tisi misura le parole e non usa perifrasi nel chiedere che sul tema della sicurezza vada trovata una soluzione condivisa e non calata dall’alto. L’intervento del capo della Chiesa trentina arriva dopo l’annuncio del ricorso alla vigilanza armata per presidiare la chiesa di Santa Maria Maggiore.

La Curia sostiene dunque che il servizio garantito dalle guardie private - annunciato dal governatore Maurizio Fugatti dopo l’ultima seduta della sua giunta - non sarebbe stato concordato. Fonti di Piazza Fiera fanno sapere che la Provincia aveva «comunicato l’intenzione di intervenire» per assicurare maggiore sicurezza nella piazza su cui si affaccia la basilica, «ma senza alcun dettaglio».

In giornata il vescovo si era negato ai cronisti che lo avevano avvicinato a Riva del Garda, dove aveva impartito il sacramento della Cresima ai ragazzi della città. Ma evidentemente le richieste di chiarimento sulla questione hanno spinto monsignor Tisi a intervenire pubblicamente nel tardo pomeriggio con una nota: «A fronte della necessità di garantirne il decoro, la salvaguardia e la regolare apertura per l’attività di culto e per le visite turistiche e culturali, così come una migliore vivibilità per tutto il centro storico, auspico che si possa trovare una soluzione condivisa». Insomma, la richiesta è che la questione venga affrontata in maniera congiunta e non singolarmente da Piazza Dante, che per questo servizio ha già stanziato 50mila euro, annunciando che sarebbe stato pubblicato un bando per un progetto di «tutela e presidio del luogo simbolo della cristianità trentina».

L’iniziativa aveva subito suscitato le critiche del sindaco Alessandro Andreatta, che aveva definito «senza senso» la misura messa a punto dalla Provincia. Insomma, quella dei vigilantes non è una soluzione condivisa e dunque da parte di Tisi è arrivato uno «stop».

«Una chiesa, valore di un’intera comunità, deve unire, non dividere. Deve poter essere luogo aperto a tutti, senza preclusioni» è stato il richiamo arrivato ieri da monsignor Tisi. Il suo auspicio, è che della questione parlino Provincia, Comune e tutti i soggetti coinvolti, comprese le comunità.

Una discussione che - viene fatto sapere da Piazza Fiera - non deve concentrarsi sulla sola chiesa di Santa Maria, teatro di recente dell’ennesimo sgradevole episodio immortalato da un residente (un uomo che urina contro il luogo sacro): «Anche su San Pietro le difficoltà sono note».

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