Attentato all'ex Alpe di Sacco

Ormai se la prendono con tutto, in apparenza anche senza una logica (se di logica si può parlare) legata a quello che la suprema Corte di cassazione ha riconosciuto come attenuante per l’alto valore morale. L’attentato della notte scorsa - con due ruspe incendiate all’ex Alpe - di morale pare avere ben poco. Sul sedime dell’ex fabbrica demolita, infatti, sarà costruito un asilo e dunque una struttura ben lontana da coinvolgimenti bellici o politicamente dittatoriali. Non a caso il sindaco Francesco Valduga ha commentato l’evento come «un atto incomprensibile visto che in quel posto stiamo costruendo il futuro». Sullo stessa linea l’assessore ai lavori pubblici Beppino Graziola: «Esprimo ferma condanna nei confronti di un gesto assurdo e irresponsabile che provoca ingenti danni colpendo una ditta locale che sta lavorando onestamente per realizzare un’opera molto attesa dalla collettività quale la realizzazione di un plesso scolastico e un parco pubblico».

Che a Rovereto, di quando in quando, si debba fare i conti con facinorosi o antagonisti che bruciano o fanno saltare manufatti in nome di una battaglia politica è purtroppo una consuetudine. Stavolta, però, la firma lasciata sull’intervento potrebbe coinvolgere persone che azioni del genere nemmeno le pensano. Perché chi ha dato fuoco alle ruspe - come detto questa notte alle 4.30 all’ex Alpe di viale della Vittoria a Borgo Sacco - ha lasciato una scritta che, a detta degli investigatori, potrebbe essere «identificativa»: «Vendetta per le Fratte».

Il collegamento con i lavori di realizzazione del vallotomo a Mori, dunque, è palese (non fosse altro che la ditta colpita, la Misconel, è la stessa che ha realizzato proprio il vallotomo) ma le persone coinvolte nella proposta di costruzione della barriera antifrana in borgata, che ha distrutto vigne storiche, non sono tutte schierate con il movimento anarchico. Che, secondo i carabinieri, sarebbero gli autori del gesto dimostrativo anche se le indagini sono appena partite.

Il fragore del rogo appiccato ai due mezzi parcheggiati dentro il piazzale che ospitava l’ex fabbrica hanno richiamato l’attenzione di alcuni residenti che hanno subito dato l’allarme. Non era ancora l’alba ma l’attentato ha comunque svegliato un bel po’ di gente. In viale della Vittoria, dopo l’abbattimento dell’ecomostro, come detto si stava lavorando alla bonifica bellica ed ambientale prima di avviare il cantiere per la costruzione della nuova scuola 0-6 anni del quartiere. E il via libera del Comune alla fase due dell’operazione ex Alpe, in estate, ha accelerato l’iter per arrivare alla realizzazione del nuovo asilo di Sacco.

E se i tempi saranno rispettati la bonifica finale del terreno sarà veloce. Il grosso del lavoro, in verità, è già stato compiuto dalla società Bianchi di Isera che tre anni fa si è aggiudicata l’appalto e ha demolito la fabbrica recuperando il materiale e liberando il sedime. L’intervento dell’impresa Bianchi è stato rapido ed è costato poco visto che il ribasso dell’82,22% è stato possibile grazie ad una completa rigenerazione urbana attraverso il recupero dei materiali e il loro integrale riciclaggio con indubbi vantaggi sia economici che ambientali. Prima di procedere con la costruzione del polo scolastico, però, si è necessaria un’altra bonifica. La prima fase, infatti, è servita per liberare il terreno mentre adesso si deve analizzare il sottosuolo. Scongiurando l’eventuale presenza di reperti bellici.

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