Si gira il film su Pantani Ciak a palazzo di giustizia

«Pronti. Silenzio. Azione.»  A Palazzo di giustizia si girano le riprese del film «Il caso Pantani». La troupe, diretta dal regista e produttore Domenico Ciolfi, girerà anche oggi e domani diverse scene in tribunale: dagli interrogatori dei carabinieri al processo per doping (che in realtà si tenne a Tione) davanti al giudice Giuseppe Serao con il compianto pm Bruno Giardina.

Sabato le riprese dovrebbero spostarsi  nel vecchio carcere di via Pilati, mentre la prossima settimama regista, attori, comparse, tecnci e operatori saliranno a Madonna di Campiglio dove il Pirata, lanciato alla conquista del suo secondo Giro d’Italia, il 5 giugno 1999 venne fermato ed escluso dalla corsa perché un controllo antidoping rilevò un tasso di ematocrito troppo alto nel suo sangue. La spirale in cui cadde Pantani, fatta di depressione, cocaina e conclusa con una morte drammatica avvenuta cinque anni dopo, partì proprio in Trentino.

A quasi 20 anni di distanza dai fatti di Campiglio, l’improvvisa caduta agli inferi del Pirata resta avvolta da un alone di mistero. Il film, spiega tra un ciak e l’altro il regista, ha l’ambizione di ricostruire gli ultimi drammatici anni di vita di Pantani raccontando, oltre al campione caduto in disgrazia, anche l’uomo.

La sceneggiatura del film è particolarmente curata: «Abbiamo lavorato per quattro anni e mezzo prima di iniziare le riprese del film: abbiamo studiato tutti gli atti giudiziari  e sentito circa 100 persone tra compagna, avversari, testimoni».

Il lungometraggio, sostenuto anche dalla Trentino Film Commission, sarà anche un’inchiesta sulla fine del Pirata. Quali sono i punti oscuri nel caso Pantani in cui è incappato il regista Domenico Ciolfi durante le ricerche per il film? «Sono due. Il primo è relativo ai controlli di Campiglio e all’avvenuta deplasmazione, ormai è un dato accertato anche dalla testimonianza di alcuni camorristi che sapevano di quanto accaduto. Quella è una pagina negativa di questa vicenda. Il secondo è Rimini. Noi ricostruiamo nel dettaglio la stanza dove Pantani è stato nella sua ultima settimana di vita: stesse misure, stessa metratura, stessa proporzione degli oggetti in scena. L’attore rivivrà quello che ha vissuto Marco Pantani in quella  settimana».

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