Genitori No Vax trentini, querele a maestre e coordinatori

Dopo una intensa campagna elettorale quantomeno vicina ai No Vax, con attacchi alla legge Lorenzin, Lega e M5S fanno dietrofront: è infatti pronto un emendamento della maggioranza per confermare l'obbligo delle vaccinazioni per la frequenza scolastica. La maggioranza sta infatti valutando una serie di emendamenti presentati da diversi gruppi parlamentari che abroga dal decreto Milleproroghe il comma che rende non obbligatori i vaccini per i bambini di materne e asili. I relatori delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali, Giuseppe Buompane e Vittoria Baldino, che stanno esaminando il provvedimento, potrebbero dare parere positivo.

“La maggioranza M5s-Lega della Commissione Affari sociali ha proposto la soppressione del comma 3 dell’articolo 6 del decreto legge che prevede la proroga dell’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione scolastica. Si tratta di una clamorosa retromarcia e di una straordinaria vittoria della buona politica, della scienza e del buon senso. Ieri, durante le audizioni, i medici, i pediatri e gli esperti degli Istituti superiori di Sanità, avevano contestato nel merito le ragioni di una scelta che metteva a rischio la salute dei bambini. E’ un successo importante ottenuto anche grazie al contributo decisivo dei parlamentari del Partito democratico”, ha affermato il capogruppo Dem in commissione Affari sociali, Vito De Filippo.

"È una vittoria della scienza, contro i pregiudizi oscurantisti del governo M5S-Lega. Alla fine anche loro si sono resi conto della enormità delle decisioni sui vaccini, ed hanno fatto un dietrofront totale sulla legge Lorenzin". Lo afferma il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci. "Il Pd, come aveva detto ieri Matteo Renzi, era pronto a fare ostruzionismo sul mille proroghe. La minaccia dem  e l'opposizione di tante persone di buon senso hanno fatto la differenza", conclude Marcucci. 


LA SITUAZIONE IN TRENTINO

 

I genitori No Vax che credono nella libertà di scelta sulla somministrazione dei vaccini ai figli sono già passati al contrattacco. Dopo essere stati allontanati dalle materne dove avevano iscritto i bambini, alcuni tra i papà e le mamme si sono presentati dalle forze dell'ordine per querelare maestre e coordinatori, presentando in alcuni casi come fonte di prova i nastri delle registrazioni effettuate di nascosto all'ingresso degli istituti al momento delle «espulsioni». 

Le ipotesi di reato contestate finora da una decina di famiglie trentine spaziano dall'interruzione di pubblico servizio alla violenza privata, fino all'abuso di potere. «Le famiglie, che si stanno muovendo autonomamente, si limitano a rendere noto alle forze dell'ordine quanto sta accadendo negli asili. Starà a chi indaga valutare se siano stati compiuti dei reati» spiega l'avvocato Sara Graziadei , che sta seguendo da vicino la questione. Ad indicare ai genitori la possibilità di intentare questa azione è l'associazione «Uniti per Oviedo» guidata dalla presidente Claudia Cattani : «Non invitiamo i genitori a presentare le querele, ma segnaliamo loro che esiste questa possibilità. È giusto che le insegnanti si assumano le loro responsabilità, se decidono di allontanare i bambini dalle materne pur non disponendo di documenti firmati da un'autorità che disponga le esclusioni. Il primo giorno di scuola l'accoglienza è stata garantita quasi ovunque, ma già oggi (ieri, ndr) la situazione è apparsa diversa». 

Insomma, nella battaglia tra no vax e istituzioni, a subire le conseguenze rischiano di essere le maestre, ree di aver seguito le direttive dei loro superiori rispetto al comportamento da tenere nei confronti dei casi di bambini i cui genitori non hanno rispettato l'obbligo. «Le scuole hanno ricevuto gli elenchi degli iscritti conformi a quanto disposto dalla legge, dunque chi non può accedere viene individuato per esclusione» spiega la responsabile del settore infanzia della Uil, Silvia Bertola , che evidenzia come i nominativi dei bimbi siano stati inviati negli istituti solo venerdì pomeriggio, quando le maestre erano impegnate in un convegno di formazione a Levico. Le insegnanti hanno dunque preso visione dell'informativa solo al momento dell'apertura dei cancelli, lunedì mattina. La sindacalista non segnala peraltro particolari problemi: «La maggior parte dei genitori di bimbi non vaccinati ha ritenuto di non accompagnare a scuola i figli. In pochi hanno forzato l'entrata, ma è evidente che qualche disagio ci sia: non è arrivata una disposizione scritta alle scuole dalla Provincia e le insegnanti non possono rilasciare nessun documento ai genitori. Le maestre non hanno nessuna autorità per dire ai genitori di riportare a casa i figli, ma devono piuttosto avvisare i coordinatori nel caso in cui si presentino problemi di questo genere». 

È però evidente che siano proprio le maestre ad occuparsi dell'accoglienza dei piccoli iscritti attendendoli sull'uscio di materne e nidi. «Ci mancavano solo le querele per iniziare col piede giusto l'anno scolastico: ma che colpa hanno le insegnanti? Non credo che qualcuno abbia impedito fisicamente l'ingresso a genitori e bimbi. Se dirigenti ed enti gestori non si assumono la responsabilità delle esclusioni, il mio consiglio è quello di far entrare tutti». 

Ricordiamo che sono circa 500 gli alunni iscritti alle scuole dell'infanzia del Trentino e allo stesso tempo indicati dal dipartimento della conoscenza della Provincia come «non conformi», in quanto non in regola con l'obbligo vaccinale previsto dal decreto Lorenzin, tuttora in vigore nonostante le promesse di proroga da parte del governo Conte. La presidente dell'associazione «Oviedo» Cattani fa sapere che i genitori dei bambini non vaccinati sono «molto arrabbiati»: «Sono già una decina quanti si sono mossi presentando querela. In molti altri seguiranno il loro esempio: fioccheranno querele, a meno che qualcuno non dovesse cambiare linea. Normalmente sono le maestre a presentarsi alla porta degli istituti: se non sono in grado di mostrare i documenti che attestano l'esclusione, possono essere querelate. Riteniamo non sia corretto allontanare i bambini da un luogo pubblico a cui hanno diritto di accedere. I vigili? Quando li hanno chiamati, sono rimasti in disparte».

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