Bodycam in arrivo per i capitreno In un mese stop a 777 passeggeri

di Andrea Bergamo

I 95 capitreno che operano in regione, 43 dei quali in Trentino, saranno muniti di «bodycam»: un nuovo alleato per il personale di Trenitalia che si imbatte in passeggeri scorretti o violenti. La sperimentazione delle videocamere da divisa partirà entro fine anno, probabilmente già in autunno. Ad annunciarlo è l’azienda di trasporto pubblico, che «sta avviando una serie di progetti a tutela del proprio personale front-line».
Il personale interessato da questa novità è quello in servizio sulle ferrovie del Brennero, della Valsugana, del Meranese e della Val Pusteria.

In Trentino verranno testate diverse tipologie di bodycam, con l’obiettivo di individuare la tecnologia più adeguata alle condizioni di utilizzo. Trenitalia intende inoltre valutare l’efficacia di questa tecnologia sia in termini di deterrenza e quindi riduzione degli episodi di aggressione, sia di supporto alle attività d’indagine da parte dell’autorità giudiziaria. Le videocamere da divisa saranno portate in un punto ben visibile e dunque i passeggeri che saliranno a bordo dei treni saranno consapevoli del rischio che corrono qualora dovessero assumere comportamenti che mettono in pericolo il personale ferroviario.

Secondo quanto riferito dai sindacati, gli episodi di aggressione verbale sui convogli sono pressoché giornalieri. Non mancano i casi di violenza fisica: nell’ultimo triennio Trenitalia ha registrato almeno 19 aggressioni avvenute nell’intera regione. Il dato si riferisce esclusivamente agli episodi denunciati all’autorità giudiziaria: si tratta di 6 casi nel 2016, 8 nel 2017 e 5 nel 2018 (il dato è aggiornato a fine giugno).

Le bodycam saranno fornite al personale di bordo per la prima fase sperimentale in Toscana già in luglio, per poi essere distribuite probabilmente in autunno (si parla del mese di settembre) in Trentino Alto Adige e Veneto. «I test si concluderanno con la fine dell’anno» fa sapere Trenitalia.

Le bodycam potranno essere attivate solo dal personale in caso di pericolo concreto per la propria incolumità. Questa strumento, considerato un deterrente, si aggiunge all’inserimento di 4 nuovi addetti alla sorveglianza a bordo, a partire dallo scorso marzo in seguito all’accordo tra l’azienda ferroviaria e Piazza Dante. Secondo i dati forniti dal Servizio trasporti della Provincia guidato da Roberto Andreatta, queste figure che accompagnano i capitreno a bordo dei convogli considerati più problematici nella tratta Verona-Trento-Bolzano hanno portato risultati significativi.

Basti guardare il prospetto relativo allo scorso maggio, quando erano stati allontanati dal treno 777 passeggeri senza biglietto e staccati 2.703 euro di multe. Caso clamoroso è quello della corsa 2261 del 10 maggio: nella tratta Bolzano-Verona erano stati fatti scendere dal treno 54 passeggeri. Secondo i dati ufficiali, i ticket riescono a coprire il 30% del costo del servizio, a differenza di quanto avviene per il trasporto urbano, con una copertura pari al 22%.

Intanto, domenica 22 luglio i lavoratori di Trenitalia incroceranno le braccia per uno sciopero di otto ore nella nostra regione, dove i treni non viaggeranno dalle 10 alle 18. L’astensione dal lavoro è stata indetta dalle associazioni sindacali Osp Filt-Cgil, Uilt-Uil, Orsa Ferrovie, Uglt, Fast, Rsu e riguarderà tutti gli impiegati del settore mobile: capitreno, macchinisti, tecnici commerciali e capi servizio. I treni che si dovessero trovare in viaggio durante l’inizio dello sciopero si fermeranno alla prima stazione utile.

Al centro dell’iniziativa ci sono temi come sicurezza e salute del personale, oltre che l’importante questione delle assunzioni. Tra le altre cose, si chiede l’installazione di defibrillatori a bordo e una migliore copertura della rete Gsmr per la telecomunicazione mobile. Nella giornata di ieri – fa sapere Gennaro Nocera della Uil Trasporti – si è svolto un ultimo incontro con l’azienda, che si è concluso con un nulla di fatto.

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