Aggressione davanti al «Prati» Condannati due giovani

Si è concluso con una condanna a sei mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione), il processo che vedeva imputati due giovani del Blocco studentesco (movimento che fa riferimento a Casa Pound), accusati di lesioni pluriaggravate: secondo l’accusa avrebbero aggredito alcuni liceali durante il volantinaggio fatto davanti al liceo Prati il 15 novembre 2016.

Il giudice Giuseppe Serao ha inoltre condannato entrambi - Mattia Molle, 21 anni, di Trento e Maurizio Zatelli, 26 anni di Trento - al risarcimento dei danni, da liquidare in separata sede civile (la richiesta complessiva era di 17.500 euro), ma ha disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 1.500 euro per ciascuno dei tre liceali feriti, che si sono costituiti parti civili con gli avvocati Nicola Canestrini e Francesco Scifo. I due imputati dovranno inoltre pagare le spese di costituzione di parte civile (3.700 euro). Una sentenza che la difesa, sostenuta dall’avvocato Roberto Bussinello di Verona, potrebbe impugnare, visto che entrambi i giovani hanno sempre respinto le accuse.

La vicenda risale all’autunno 2016. Quel giorno - erano circa le 7.30 - davanti al liceo classico Giovanni Prati, sei giovani del «Blocco studentesco» stavano distribuendo volantini dal titolo «La tua guerra ora». Un’iniziativa che una parte degli studenti non avrebbe gradito. Ma il  confronto tra chi faceva volantinaggio e i giovanissimi liceali, dal piano verbale, sarebbe passato a quello fisico. «All’inizio - avevano raccontato i quattro minorenni rimasti feriti - c’è stata qualche scaramuccia verbale: “Andate via”, “Non vogliamo fascisti a scuola”. Poi qualche spintone e alla fine pugni: noi ci siamo ritrovati con un dente scheggiato, una labbro aperto, uno zigomo tumefatto e un forte dolore allo stomaco dopo un pugno in pancia. Le abbiamo prese, anche perché gli altri erano più grossi, più numerosi e più grandi di noi». In tre si sono costituiti parte civile per quella che gli avvocati hanno sempre definito «un’aggressione gratuita, di matrice fascista»: «Alla forza del pensiero - ha sottolineato ieri in aula l’avvocato Scito - hanno sostituito l’imposizione del pensiero con la forza».

Una versione contestata in toto dagli imputati. L’avvocato difensore, in particolare, sosteneva che Zatelli si fosse trovato circondato da quattro studenti, uno dei quali peraltro non frequenta il liceo. «Chiedo la sua assoluzione - aveva detto nella sua arringa - perché il fatto non costituisce reato. Zatelli ha agito per legittima difesa». Per Molle l’avvocato aveva invece chiesto l’assoluzione per non avere commesso il fatto, sostenendo che «nessuno lo vede colpire».
Il pubblico ministero, invece, aveva ritenuto che la ricostruzione e le responsabilità dei due imputati fossero chiare ed aveva chiesto la condanna a 10 mesi e 20 giorni di reclusione. Alla fine il giudice ha condannato entrambi, anche se ad una pena più mite.

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