Bimbo di 4 giorni morto Il papà: «L'ho chiamato Christian Mia moglia ancora gravissima»

di Marica Viganò

Non è sopravvissuto il bimbo fatto nascere prematuramente sabato sera a Trento, dopo il malore della sua mamma. Christian, così l'ha chiamato il papà Victor, ha combattuto con tutte le sue forze per quattro giorni: mercoledì sera il suo debole cuore ha messo di battere. La donna che lo portava in grembo, Maia, è ricoverata in condizioni gravi nel reparto di terapia intensiva. «Sta come il primo giorno, non è migliorata» dice con un filo di voce il marito. 

Sabato sera il dramma, nella casa di via dell'Asilo, a Roncafort. Un boccone di traverso, durante la cena e Maia Croitoru, 28 anni, nata in Moldavia e da tanti anni in Italia, non respirava più. La giovane donna era alla ventottesima settimana di gravidanza. Presente la sorella, che ha subito chiamato i soccorsi e fatto il possibile per cercare di liberare le vie respiratorie di Maia. Ma non è semplice effettuare manovre antisoffocamento in una donna in attesa, senza il rischio di far inconsapevolmente male al bimbo che porta in grembo. Pochi minuti dopo è arrivata un'ambulanza, seguita da altri mezzi inviati dalla centrale operativa del 118. Avvisato dalla cognata, ha lasciato immediatamente il lavoro ed è corso a casa il marito della donna, Victor Chirica, imprenditore.  

Maia Croitoru è stata trasportata d'urgenza al pronto soccorso del Santa Chiara ed è stata accolta nei «codici rossi». Non si è più ripresa. Data la delicatezza del caso, i medici hanno deciso di far nascere il bambino con un parto cesareo d'urgenza. Il piccolo, in stato di sofferenza per la mancanza dell'ossigeno, è stato affidato alle cure del reparto di terapia intensiva neonatale, mentre la mamma è stata ricoverata in rianimazione. La prognosi per la donna e per il suo piccolo non è mai stata sciolta. Ai familiari i medici non hanno nascosto la gravità della situazione, tuttavia si confidava in un miracolo. Ieri si è spenta ogni speranza per il piccolo: il bimbo, nato a sette mesi, non ce l'ha fatta. 

Si chiamava Christian: a casa lo aspettava il fratellino maggiore, che ora ha due anni. Per la madre le condizioni rimangono critiche. «È come il primo giorno» sono le poche parole che riesce a pronunciare il marito di Maia, Victor. L'uomo, pure lui da anni in Italia e conosciuto come un gran lavoratore, è distrutto: per un incidente banale, per un boccone di traverso, ha perso il figlioletto. Non si dà pace, ma non è tempo di perdere la fiducia: nel reparto di terapia intensiva del Santa Chiara c'è la moglie Maia Croitoru che lotta per sopravvivere e che ha bisogno delle preghiere di tutte le persone che le vogliono bene. 

Proprio alcuni giorni fa l'uomo aveva contattato l'associazione italo-moldava Arcobaleno per un rinnovo del permesso di soggiorno. La moglie invece ha la carta di soggiorno, il documento rilasciato dopo una lunga permanenza in Italia (più di cinque anni) e a fronte di un lavoro sicuro. Maia e Victor avevano deciso di far crescere i loro figli a Trento, pur mantenendo i contatti con il loro Paese e con i loro familiari che vivono a migliaia di chilometri di distanza. Sul suo profilo Facebook Maia aveva pubblicato alcuni post del sito «Semplicemente mamma»: «A mio figlio: nessun altro saprà quanto sia grande il mio amore per te. Anche perché tu sei l'unico a conoscere il battito del mio cuore dall'interno». Una lettera per il suo angioletto Christian, che non c'è più. Un messaggio d'amore per il figlio di due anni che l'aspetta a casa.

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