Trasporti, sicurezza, la capotreno «Violenza è all'ordine del giorno»

La capotreno Silvia Pederzolli è stata aggredita 4 volte in 11 anni di servizio, mentre la violenza verbale è realtà quotidiana

La situazione sui treni regionali rimane critica, e, malgrado l’introduzione di nuove figure di supporto finanziata dall’amministrazione provinciale, il problema della sicurezza non si può ancora considerare risolto. A dirlo è Silvia Pederzolli, capotreno, esponente sindacale e presidente del Comitato pari opportunità (Cpu) del Trentino Alto Adige e del Veneto.

Da noi incontrata in occasione del congresso provinciale della Uiltrasporti, la rappresentante di categoria (nella foto), che ha ammesso di essere stata aggredita fisicamente più di una volta, non ha usato mezzi termini per definire la situazione sui convogli, parlando di rischi concreti per l’incolumità dei lavoratori e degli stessi pendolari.

A pochi giorni dall’attuazione dell’accordo tra Trenitalia e Provincia di Trento, con l’assunzione di 4 nuovi addetti alla sorveglianza a bordo, qual è la situazione sui treni regionali?
«Al momento il quadro generale è cambiato di poco di poco rispetto ai mesi passati. Certo, avere una figura di appoggio sul treno, in grado di accompagnare il capotreno, è un passo in avanti significativo. Tuttavia, i treni segnalati come critici, ovvero su cui si sono registrati casi di aggressione, sono dodici ogni giorno. Succede dunque spesso che il capotreno si trovi solo ad affrontare situazioni delicate, in particolare in relazione a persone senza titolo di viaggio e non intenzionate a pagare il biglietto a bordo».

Nei mesi scorsi vi sono stati anche incontri con il Commissariato del Governo sulla questione sicurezza, è aumentato il presidio delle forze dell’ordine?
«Purtroppo di polizia ne vediamo poca: anche la Polfer soffre per la mancanza di personale, e gli agenti che ci sono non sono sufficienti per assicurare un controllo capillare».

Si sente insicura nell’esercitare la professione di capotreno?
«Sì. Sono stata aggredita fisicamente quattro volte in 11 anni di servizio, mentre la violenza verbale è all’ordine del giorno. Come me, anche molti colleghi vanno a lavorare con la paura che possano accadere aggressioni. E se mi sento insicura io, che ho la responsabilità di tutto il treno, come posso garantire la sicurezza per i tanti passeggeri a bordo?»

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