Alla disabile niente permesso per «eccesso» di burocrazia

C’è frustrazione, disagio, rabbia e incredulità nella lettera che Clara Lunarelli, invalida da 35 anni, ha inviato al giornale dopo che al Comando della Polizia municipale le hanno negato il rinnovo del contrassegno invalidi perché le mancava la dichiarazione del medico nonostante lei, in sedia a rotelle, avesse comunque con sé altra documentazione medica.

«Non me l’hanno rinnovato non perché fossi miracolosamente guarita, ma perché era come se ai loro occhi disabile non fossi, perché semplicemente non ti guardano veramente, non sanno vedere, svolgono un lavoro ligio e cieco, e tu, già molto provato dalla vita, resti ulteriormente schiacciato».

La donna racconta dell’atteggiamento dell’addetto all’ufficio e poi dei funzionari responsabili che le hanno negato il rinnovo per mancanza di un documento - su carta bianca - del medico di base che attestasse il sussistere dell’incapacità a deambulare.

«Davanti a codeste persone, naturalmente, io sedevo sulla mia sedia a rotelle. Ho mostrato i due verbali della Commissione medica provinciale che avevo portato con me come incontestabili documenti, validi legalmente, sui quali è scritto che sono affetta da handicap grave permanente. Non c’è stato verso, questi documenti non avevano alcuna validità per loro».

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