Poste, 110 posti a rischio Provincia, accordo non tutela

Piazza Dante ha messo sul piatto 10,6 milioni di euro per la consegna giornaliera di quotidiani e posta urgente su tutto il territorio provinciale, inclusi quei Comuni interessati dalla direttiva Agcom che stabilisce il recapito a giorni alterni.

Una misura sperimentale per i prossimi tre anni che però non tiene conto dei posti di lavoro: a partire dal 2019 Poste Italiane prevede infatti una sforbiciata di 110 portalettere, come stabilito dall’accordo sottoscritto dall’azienda con i sindacati nazionali lo scorso 8 febbraio. A confermarlo è Lorenzo Decarli, sindacalista della Uil Poste.

Eppure, all’indomani della presentazione del «patto» milionario con le Poste a inizio mese il governatore Ugo Rossi aveva evidenziato come il rafforzamento del servizio avrebbe comportato l’assunzione di una trentina di persone. Un rafforzamento di cui non si fa alcun accenno nel documento sottoscritto il 13 febbraio scorso, nel quale si parla invece di un «obbligo di servizio pubblico aggiuntivo garantendo, in particolare, ulteriori modalità di raccolta e recapito degli invii postali agli abitanti delle zone rurali e montane».

Una sorpresa che lascia l’amaro in bocca. Anche perché nelle zone in cui è scattata la consegna della posta a giorni alterni, da tempo è attiva la linea editoria che assicura il recapito quotidiano dei giornali in tutte le case. Parliamo dei tre centri secondari di recapito di Vezzano, Borgo Valsugana e Fiera di Primiero, per un totale di 35 Comuni dove opera un totale di 4 addetti dedicati. È dunque lecito chiedersi quale ulteriore servizio intendano mettere in campo le Poste a fronte del versamento di 1,4 milioni di euro all’anno da parte di Piazza Dante per il «servizio di recapito integrativo dei prodotti editoriali (quotidiani) nei giorni e nelle località soggetti al nuovo modello di recapito a giorni alterni», ai quali si aggiungono altri 1,4 milioni per il recapito dei giornali al sabato.

Intanto, secondo l’accordo nazionale dal prossimo anno scatterà il modello a giorni alterni in tutta la provincia, incluse le città di Trento, Rovereto e Pergine. Le uniche realtà italiane in cui la cosiddetta «articolazione base» opererà quotidianamente sono Milano, Roma e Napoli «in ragione dell’elevata densità postale».

Nelle aree extraurbane regolate dalla delibera Agcom (156 Comuni in Trentino) la posta a giorni alterni di tutti i prodotti «in cassetta» e «al destinatario» potrà essere sospesa solo «con riferimento ad opportunità di business connesse a specifici accordi commerciali, quali ad esempio la distribuzione dei quotidiani in determinate aree territoriali». Proprio come nel caso del Trentino, dove però la consegna dei giornali viene già assicurata.

In tutte le altre realtà, inclusa la città di Trento, sarà lanciato il modello «Joint delivery», con la corrispondenza consegnata ogni due giorni e rete di consegna quotidiana per quanto riguarda le linee business ed editoria.
Poste Italiane stima a partire dal 2019 in Trentino un totale di 110 «eccedenze»: nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di contratti a termine che non verranno rinnovati, mentre 41 sono i lavoratori con contratto a tempo indeterminato che saranno dirottati a svolgere altre mansioni, ad esempio allo sportello.

La «rivoluzione» delle Poste che scatterà nel 2019 prevede infatti una revisione delle zone e delle linee esistenti, che saranno più ampie rispetto ad oggi e passeranno dalle attuali 388 a 278 nel 2019. Esattamente 110 in meno.

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