Allattamento vietato in Comune Le scuse del Municipio dopo la polemica

I bar affollati e la piccola di quattro mesi sul passeggino in lacrime. «Era circa mezzogiorno e la bimba aveva fame, così ho pensato di raggiungere un baby point, uno spazio dedicato come quelli realizzati a Rovereto, la mia città» spiega Grazia Passerini, che martedì scorso si trovava nella città capoluogo per alcune commissioni. Dopo una veloce ricerca su internet, la mamma si è rivolta agli uffici comunali di via Belenzani, ma gli addetti dell’Ufficio relazioni col pubblico non hanno saputo indicarle una stanza dedicata all’allattamento. E non le hanno nemmeno consentito di sedersi su una sedia per dare da mangiare alla bimba.


«Pensavo che anche a Trento si prestasse attenzione alle esigenze delle mamme e, come nella mia città, in centro storico ci fosse qualche saletta con tanto di angolo morbido, sedie, fasciatoio e lavandino. E invece...» sono le parole di Grazia, che in mattinata era stata nella biblioteca di via Roma, che dista pochi passi e rientra tra i luoghi pubblici inseriti nell’elenco stilato dall’associazione Amici della neonatologia trentina perché «al proprio interno dispone di un luogo confortevole in cui una mamma può godere della giusta privacy per dare il latte al proprio bambino», come si legge online. Peccato che nessuno lo abbia detto a Grazia Passerini («Eppure avevo chiesto informazioni anche a una bibliotecaria, che non mi aveva saputo indicare un baby point»).


La donna si è dunque rivolta all’Urp di Palazzo Thun: «Un’addetta ha consultato internet per indicarmi un luogo dove andare, ma dopo aver consultato internet ho ottenuto risposta negativa» è il racconto della mamma. Che ha dunque chiesto di potersi accomodare qualche minuto su una delle sedie libere che aveva notato nella saletta adiacente: «Mi hanno risposto che non era possibile, perché nella stanza stavano lavorando altri colleghi. E mi hanno invitata a rivolgermi presso l’Ufficio servizi all’infanzia, nel palazzo accanto». Ma l’impiegata di quest’ultimo servizio stava uscendo per la pausa pranzo. «Mi sono infine rivolta a uno dei bar del centro».


Il Comune si scusa per quanto è accaduto: «L’obiettivo – spiega un’addetta – era quello di fornire un luogo più adatto di una sedia in un ufficio». In città sono state predisposte diciotto postazioni per l’allattamento nei luoghi pubblici, che saranno adeguatamente segnalate sul sito internet ufficiale e il personale verrà formato «per essere a disposizione anche al di là dei luoghi predisposti».

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