Malaria a Trento, Zeni sull'inchiesta L'assessore sull'errore al S.Chiara «Non si sa come sia stato possibile»

Le conclusioni a cui sono giunti l’anatomopatologa Federica Bortolotti e lo specialista in malattie infettive Angeo Cazzador che nelle scorse ore hanno depositato le loro relazioni al procuratore capo Marco Gallina avrebbero numerosi punti in comune con le conclusioni, non ancora depositate, a cui sarebbe giunto il perito nominato dall’Azienda sanitaria, dottor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto nazionale delle malattie infettive.

A provocare il contagio e la conseguente morte per malaria della piccola Sofia Zago non sarebbe stata una falla nelle procedure, ma un errore. Un errore che entrambe le perizie hanno ipotizzato avvenuto in un certo momento del ricovero e nel compimento di un certo tipo di manovra medica.



Escluse non solo ipotesi diverse da quello del contagio ematico tra le bambine ricoverate, ma anche tutta una serie di ipotesi sulla sicurezza di alcune dispositivi medici, rimane in piedi solo l’ipotesi dell’errore. Errore che alla luce delle conclusioni delle perizie, restringe il campo anche dei possibili autori.

«Per noi l’importante è che si arrivi a capire cosa è successo. In questi mesi abbiamo sempre lavorato per mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria tutti gli elementi a nostra disposizione», spiega l’assessore Luca Zeni. «Dai riscontri non è un problema di falle nelle procedure, ma eventualmente di errore umano di un singolo. Questo non dipende dall’organizzazione, ma da una sola persona. Noi comunque anche su questo non abbiamo riscontri e non abbiamo nemmeno capito dove e quando ci può essere stato l’errore umano».

Oggi, alla luce di quanto è stato reso noto sui risultati delle perizie, è evidente che quando la ministra Lorenzin ha parlato di «grossolano errore» sapeva di quanto stava parlando. «Si è parlato di errore grossolano perché evidentemente chi lo ha fatto non ha rispettato protocolli e procedure».

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Il direttore dell'Azienda sanitaria Paolo Bordon e la primaria del reparto di pediatria del Santa Chiara Annunziata Di Palma

Zeni torna poi a rimarcare il suo auspicio affinché si arrivi a capire quanto accaduto. Quanto alle procedure e agli eventuali rilievi del perito Ippolito Zeni ha spiegato che non sono arrivati rilievi collegabili alla vicenda.

Dopo una prima stesura della perizia da parte del professor Ippolito, nelle scorse settimane è attesa una versione più corposa e dettagliata che appunto arriverebbe, su alcuni punti, alle stesse conclusioni a cui sono giunti gli esperti della procura.

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La ministra Beatrice Lorenzin e l'assessore provinciale alla sanità Luca Zeni

Sul caso chiede maggiore trasparenza il consigliere Claudio Cia che dice: «Dapprima si sono date delle risposte clamorose ad un’interrogazione che avevo depositato, poi le smentite di Zeni e Bordon sono state capovolte prima dall’Istituto Superiore di Sanità e poi dagli stessi periti, infine si era chiesto più e più volte all’Assessore alla salute di venire a riferire in aula sul caso in questione, senza ottenere alcuna risposta».

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