«Boschi mi parlò di Etruria» Lei: ma io non mi dimetto

«Ho avuto modo di parlare della questione Etruria con l'allora ministra Boschi, che espresse un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c'era la possibilità che venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l'oro». Lo ha detto il presidente della Consob Giuseppe Vegas in audizione in commissione banche. «Le risposi che Consob non era competente sulle scelte di aggregazione delle banche. Non c'è stata pressione ma solo l'esposizione di un fatto», aggiunge. Immediata la reazione di Mdp e M5s che chiedono le dimissioni dal governo. 

«Anche oggi ricevo attacchi dalle opposizioni sulla vicenda Banca Etruria. Confermo per filo e per segno tutto ciò che ho detto in Parlamento due anni fa. Tutto. Chi mi chiede le dimissioni perché avrei mentito in Parlamento deve dirmi in quale punto del resoconto stenografico avrei mentito. Ho incontrato più volte il presidente della Consob in varie sedi come ho incontrato altri rappresentanti istituzionali: mai e poi mai ho fatto pressioni. Mai». Così Maria Elena Boschi, sottosegretaria alla presidenza del Consiglio,  su Facebook. «Non è giusto subire aggressioni sul nulla, ma non mi fanno certo paura. E voglio che tutti sappiano la verità. Dopo due anni di strumentalizzazione adesso basta».

«Il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Vegas non può essere ignorato. Quando un membro del governo mente al Parlamento non c'è altra strada che le dimissioni». Così Roberto Speranza dopo le affermazioni del presidente della Consob in commissione d'inchiesta sulle banche.

«Il sottosegretario Maria Elena Boschi ha mentito al Parlamento e agli italiani dichiarando più volte di non essersi mai interessata a Banca Etruria. Menzogna svelata dal presidente della Consob in Commissione banche. D'altronde è il segreto di pulcinella che il Pd e i banchieri sono un tutt'uno indissolubile. Pretendiamo le dimissioni della Boschi, e anche il resto del governo, asservito alle banche, dovrebbe dimettersi. Purtroppo non lo faranno, ma tra pochi mesi ci penseranno gli italiani». Lo scrive su Facebook, il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

«Noi chiediamo due cose: Maria Elena Boschi se ne deve andare subito da sottosegretario della Presidenza del Consiglio anche se siamo a fine legislatura perché il governo resterà per gli affari correnti, e che il Pd non ricandidi Boschi perché altrimenti tutto il partito sarebbe coinvolto nello scandalo banche» lo afferma, in un video su Facebook, il candidato premier M5S Luigi Di Maio. «Il tema delle banche è come quello delle tangenti della Prima repubblica. Boschi è il Mario Chiesa della seconda Repubblica», attacca. 

«Fine della corsa. Maria Elena Boschi non solo deve dimettersi immediatamente per aver mentito al Parlamento nel dicembre 2015 e aver condizionato così il voto dell'aula sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti, ma il Pd non deve nemmeno ricandidarla. Altrimenti tutto il partito dimostrerebbe di essere schiavo di un ricatto e di un conflitto di interessi enorme». Lo dicono i parlamentari Cinque Stelle dopo le parole di Giuseppe Vegas, presidente Consob, in Commissione d'inchiesta sul sistema bancario. «Per la verità il governo intero dovrebbe rassegnare le dimissioni. E vedremo se ci sarà spazio per una mozione di sfiducia a tutto l'esecutivo, ma tanto sappiamo che stanno per sciogliersi le Camere e quindi valuteremo il Partito democratico rispetto alla candidatura e al collegio eventualmente scelto per paracadutarci sopra Boschi», proseguono gli eletti Cinquestelle.

«Secondo Vegas, non solo il sottosegretario si sarebbe interessata alle vicende della malmessa banca di famiglia, ma ne avrebbero parlato più volte. E già nell'aprile 2014 lei sarebbe partita alla volta di Milano per incontrare il capo dell'authority di Borsa. Il castello di bugie casca a pezzi - concludono i portavoce Cinque Stelle - E non abbiamo nemmeno ascoltato le parole di Federico Ghizzoni. Per il giglio tragico siamo al capolinea».

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