Servizi pubblici, i Comuni trentini insorgono «Adesso basta riduzioni del personale»

I Comuni hanno fatto la loro parte e il comparto non può soffrire ulteriori riduzioni di organico.

Dopo la cessazione di 200 posti in organico i Comuni chiedono il turnover al 100 per cento. Il Consiglio delle autonomie del Trentino ha espresso, a partire da questa, una serie di valutazioni in merito alle dotazioni organiche degli enti locali alla luce di quanto previsto dal protocollo di intesa in materia di finanza locale per l’anno 2017.

L’aula ha approvato una lettera con la quale si chiede alla Provincia il turnover al 100%.

«Il nostro obiettivo - ha sottolineato l’assessore del Cal Mirko Montibeller - è quello di incidere in maniera migliorativa sulle sostituzioni, attualmente fissate al 25%.

La Commissione che si è occupata di questo tema - ha specificato ancora - ha fatto una fotografia della situazione riferendosi a uno studio dell’università ma ragionando in maniera aggregata sui Comuni fino a 10.000 abitanti.

I dati confermano che i Comuni sono a un livello limite di organico e che, negli anni scorsi, hanno contribuito alla riduzione della spesa corrente in maniera evidente.

La soglia attuale - ha concluso - non può essere ulteriormente abbassata. Rimane, comunque, l’obbligo da parte dei Comuni di dimostrare la sostenibilità della spesa».

L’obiettivo è, dunque quello di ragionare con la Provincia chiedendo che già sull’anno corrente i Comuni fino ai 10.000 abitanti possano prevedere le sostituzioni al 100% e cioè uno sta a uno.

Fabrizio Inama, componente della Commissione, ha messo in evidenza il rischio di vedere abbassare i livelli di servizio.

«Il sistema pubblico ha fatto grossi sacrifici in passato - fatto - e ora va chiarito definitivamente   il ruolo degli Enti locali. Una decisione va presa - ha concluso - ricordando che i Comuni hanno la loro dignità».

«Il discorso sui dipendenti pubblici - ha sintetizzato Claudio Soini, Sindaco di Ala - deve essere organico tra Provincia e Comuni ragionando come sistema unico, prevedendo, quindi, spostamenti strategici sia nell’uno che nell’altro senso». La norma attualmente permette di ragionare nell’ambito delle sostituzioni con modalità di suddivisione da gestire nelle Comunità. Devono essere tenuti presente, inoltre, gli obiettivi di miglioramento della spesa.

Sempre oggi, parere negativo del Cal al disegno di legge n. 99 concernente la modifica all’art. 13 della legge regionale 4 gennaio 1993, n. 1 «Nuovo ordinamento dei Comuni della Regione Trentino-Alto Adige» e successive modificazioni».

Il tema è quello discusso della competenza relativa all’odonomastica e vale a dire la decisione sulla scelta dei nomi dei luoghi pubblici delle città e dei paesi che contribuiscono a mantenere viva la memoria di fatti e persone che hanno svolto un ruolo importante nella storia e nella cultura delle comunità, ma anche del mondo.

La legge anagrafica stabilisce infatti che l’odonomastica è competenza dei Comuni, ma non specifica di quale organo. Questo non è definito nemmeno nell’ordinamento dei Comuni della Regione.

I casi, infatti, registrano decisioni in metria sia da parte del Consiglio che della giunta.

Va precisato, inoltre, che in molti casi la competenza sulla decisione viene assegnata negli Statuti dei Comuni.

In questo senso il parere del Cal si allinea a quanto già espresso dal Consorzio dei Comuni di Bolzano.
Il disegno di legge presentato dai Consiglieri regionali Foppa, Dello Sbarba e Heiss prevede che siano i consigli comunali a proporre, discutere e approvare le proposte sulla odonomastica di città e paesi.

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