Studi sul melo alla Mach Risequenziato il Dna

Una squadra di 25 ricercatori della Fondazione Edmund Mach (Istituto agrario di San Michele all’Adige), Inra di Angers, Università di Wageningen e Max Planck Institut di Tubinga ha risequenziato 64 genomi di melo attualmente coltivati in Europa, rappresentativi della variabilità del germoplasma del melo del Vecchio Continente, e ha messo in luce le parti del genoma responsabili dello sviluppo del frutto.

La ricerca è stata pubblicata su Nature Genetics. La ricerca, realizzata grazie a tecnologie molecolari di ultimissima generazione da un gruppo di ricercatori francesi, italiani, olandesi, tedeschi e sudafricani, consentirà al mondo scientifico di ottenere maggiori informazioni sui cromosomi del melo, perfezionare e velocizzare le attività di miglioramento genetico mirato ad ottenere varietà migliorative rispetto a quelle attualmente coltivate.

Lo studio, reso possibile da un progetto europeo nell’ambito del 7° programma quadro e da un progetto francese, rappresenta la base su cui si fonderanno tutti gli studi futuri sullo sviluppo del frutto.

Dall’articolo emergono dati sulle regioni del genoma che giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del frutto, in particolare nel confronto tra le mele prodotte da una normale Golden e due di questi doppi aploidi che producono mele in miniatura. Un altro aspetto interessante è dato dalla comparazione con il Dna del pero, dal quale si è scoperto che risale a 25 milioni di anni fa la separazione filogenetica tra le due piante.

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