«Giù le mani dall’acqua» Bezzi contro la Provincia

Diminuzione del deflusso di acqua nei fiumi Sarca e Chiese, il consigliere di Forza Italia mette in guardia: lo fanno solo per i soldi

Forza Italia come i Verdi o come il Movimento Cinque Stelle. Il consigliere provinciale Giacomo Bezzi - ex uomo di vertice del Patt - sposa la «causa ambientalista». Lo fa in materia di acqua. E va allo scontro diretto con l’assessore alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi.

Bezzi, in una nota, è molto chiaro: «L’operazione che si prospetta attraverso la diminuzione del deflusso di acqua nei fiumi Sarca e Chiese, serve esclusivamente a garantire un aumento degli introiti nelle casse delle società idroelettriche e non tiene minimamente conto dei danni ambientali che si andrebbero a creare, con una negativa ripercussione sul turismo e sull’ambiente. Gli amministratori locali dei territori interessati, si trovano in netto contrasto con l’ipotesi prospettata dall’assessore Gilmozzi e hanno fatto sentire forte il loro dissenso, in una riunione pubblica».

Insomma - dice - un’operazione non per il bene del Trentino ma per il bene del conto in banca di pochi.

«L’acqua del Trentino, con i suoi numerosi torrenti, rappresenta un’immensa ricchezza per il nostro territorio, ma non può essere vista come una fonte inesauribile per la produzione di energia idroelettrica. Sono da sempre un fautore dello sfruttamento idrico per scopi che guardino al di là di quello idroelettrico, un attivo sostenitore dello sviluppo turistico legato all’utilizzo dei torrenti in modo naturale ed ecosostenibile, perciò ripeto: Gilmozzi giù le mani dall’acqua».

«Quale sarà - domanda il consigliere forzista - l’impatto sul turismo legato al torrente più bello del Trentino? Quali danni si andranno a produrre sul ciclo biologico ittico e quanti anni serviranno per il ripristino? Il costo in termini di territorio-ambiente giustifica quello che la Provincia e le Società interessate intendono mettere in atto? Solo il tempo - conclude - ci darà le risposte e davanti a tante incognite, non sarebbe forse opportuno fermarsi per non rischiare di creare danni irreversibili».

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