Trentino Tv (ex Tca) Licenziati tre giornalisti

Mandati a casa Francesca Quattromani, Alessio Kaisermann e Daniele Benfanti. Il caso sottoposto al sindacato: il provvedimento dell'editore Angeli verrà impugnato

Mandati a casa dalla sera alla mattina. Tre giornalisti di Trentino Tv (ex Tca) sono stati licenziati in tronco dall’editore Flavio Angeli. Nella rete televisiva regionale da tempo si parlava di tagli al personale.

In un momento storico in cui, nelle piccole emittenti, i giornalisti sono di fatto messi nella condizionie di fare anche da cameramen e, in alcuni casi, pure da montatori, si pensava che la «sforbiciata» da parte della proprietà si potesse evitare.

E invece è arrivato il «colpo di scure» su tre professionisti che da tempo operano nel settore e che per anni hanno garantito il funzionamento di tg e programmi di approfondimento. Si tratta di volti e voci noti, con anzianità di servizio: Francesca Quattromani, Alessio Kaisermann e Daniele Benfanti.

Alla base del dimezzamento dell’organico della televisione gli asseriti 337.029 euro in meno ricevuti dalla Provincia di Trento.

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IL SINDACATO GIORNALISTI IMPUGNA IL LICENZIAMENTO


«Il provvedimento sarà impugnato perché illegittimo». Lo comunicano, in una nota congiunta, Fnsi e, a livello regionale, il Sindacato giornalisti, l’Ordine dei giornalisti e la Fistel Cisl, che esprimono «piena solidarietà ai colleghi che da molti anni lavorano in modo ineccepibile presso l’emittente».

«La decisione, che sarà contestata nelle sedi competenti, arriva dopo due anni di cassa integrazione straordinaria e di contratto di solidarietà e nonostante il servizio lavoro della Provincia autonoma avesse riscontrato ripetute irregolarità».

«Inoltre - si legge sempre nella nota del sindacato - da un anno i lavoratori non hanno ancora ricevuto l’integrazione al reddito Inps proprio a causa di tali irregolarità, che le istituzioni hanno fatto finta di non vedere, accumulando ritardi che hanno penalizzato i dipendenti».

LICENZIAMENTO CONTESTATO: PERCHÉ

Per il sindacato giornalisti gli aspetti contestabili sono molti:

- la procedura di licenziamento senza apertura di un confronto sindacale per la definizione di criteri

- la ripetuta assenza in questi due anni di crisi di un serio piano industriale di rilancio

- il tentativo immediato di ricorrere a collaboratori esterni per coprire le mansioni svolte dai redattori appena licenziati

«Fnsi e Sindacato regionale eserciteranno la massima vigilanza affinché la politica trentina e regionale non concedano credito e risorse economiche a chi pensa di poter fare informazione seria, libera e deontologicamente corretta con solo tre giornalisti rimasti per servire un territorio di 530.000 abitanti esteso più di 6.000».

LA CGIL DEL TRENTINO SOSPENDE IL CONTRATTO

Un segnale  arriva anche dalla Cgil del Trentino. Franco Ianeselli, segretario provinciale, ha sospeso il contratto per le trasmissioni del sindacato, pari a 14mila euro l’anno.

A fine anno Trentino Tv era stata oggetto di articoli di cronaca dopo che la presidenza del Consiglio provinciale (presidente è Bruno Dorigatti, ex segretario della Cgil del Trentino e marito della direttrice della televisione Marilena Guerra) aveva autorizzato altre cento trasmissioni (mini tribune politiche) per complessivi 80.000 euro. Cifra che si aggiunge ai circa 36.000 euro della diretta televisiva del consiglio provinciale coperta da Trentino Tv.

«A parte il possibile conflitto di interessi - aveva scritto il sindacato Fnsi - c’è una «incongruenza della decisione», in quanto la legge provinciale di Trento sull’editoria del 7/12/2016, che prevede provvidenze a chi promuove l’informazione locale salvaguardando i livelli occupazionali, dovrebbe armonizzarzi con la legge nazionale».

E adesso il personale è stato dimezzato. Un brutto episodio e un brutto precedente per il sistema dell’informazione locale.

IL PRESIDENTE DORIGATTI: «SONO PREOCCUPATO»

«Appresa la notizia del licenziamento di tre giornalisti dipendenti dell’emittente Trentino Tv, a nome dell’intero Consiglio provinciale esprimo una grande preoccupazione per il futuro del sistema dell’informazione locale, nonché la totale solidarietà ai giornalisti colpiti dal licenziamento». Così in una nota il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti.

«Come già comunicato la settimana scorsa all’amministratore della società proprietaria dell’emittente - a nome dell’ufficio di presidenza e della conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari - i contratti stipulati dal Consiglio per l’affido dei servizi di diffusione dei notiziari consiliari (contratti con scadenza annuale), sono contratti dai quali il Consiglio provinciale può recedere (e sospendere o interrompere l’incarico) in qualsiasi momento e a proprio insindacabile giudizio.

Valuteremo dunque assieme ai colleghi dell’ufficio di presidenza, a fronte di questa drastica e unilaterale decisione dell’editore, quali provvedimenti adottare. Inoltre nei prossimi giorni incontrerò - su sua richiesta - il segretario del sindacato giornalisti Trentino Alto Adige, Stefan Wallisch, per esaminare la situazione».

LA REAZIONE DELL’EDITORE

«In seguito alla sofferta decisione di ridurre l’organico giornalistico», l’editore di Trentino Tv Graziano Angeli fa sapere attraverso una nota che «la difficile congiuntura economica che da anni attanaglia il settore dell’editoria, ha portato a percorrere da tempo tutte le strade possibili per scongiurare la drammatica decisione presa nella giornata odierna. Prima la cassa integrazione, quindi il contratto di solidarietà». «Pur avendo cercato, nel corso di questi ultimi due anni, tutte le possibili soluzioni, alternative alla riduzione di personale, non sono emerse, ad oggi, risposte concrete e determinanti - fa sapere Angeli -. Da qui la necessita di procedere, suo malgrado, alla riduzione del personale» si legge nella nota.

«È un giorno molto triste quello di oggi - dichiara Angeli - perchè in 35 anni di attività non ho mai dovuto ricorrere a decisioni così drastiche. Ringrazio i collaboratori per il lavoro fin qui svolto con professionalità».

GUERRA, LA DIRETTRICE

Anche da parte del direttore Marilena Guerra - non toccata dal provvedimento «per mansione e carico familiare» - che «si vede privata di tre importanti collaboratori» si legge nella nota, viene espresso «dispiacere e rammarico per non aver trovato soluzioni concrete per scongiurare questo epilogo, pur avendo tentato ogni possibile percorso che potesse evitare la perdita di professionalità preziose per l’emittente».

«È innegabile che il settore giornalistico sta soffrendo una crisi senza precedenti - dichiara Guerra -. Confido - conclude - che il lavoro che viene svolto quotidianamente da tutti gli operatori dell’informazione, trovi, a breve, una solidità economica e una serenità umana e professionale che oggi sembrano mancare».


IL PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI

Sul caso interviene anche il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige Fabrizio Franchi, che ribadisce: «Niente soldi pubblici a chi non rispetta i vincoli occupazionali». Considerazioni affidate a Facebook.

Queste le sue parole: «Trentino Tv - o meglio il suo editore, Graziano Angeli - ha deciso di licenziare tre giornalisti. Ora ripeterò quello che dissi esattamente un mese fa e che il Governatore Ugo Rossi finse di non sentire (peraltro come gran parte della politica provinciale trentina): gli enti pubblici non possono dare contributi a chi non rispetta i vincoli occupazionali. Ed è inutile fingere di offendersi per la denuncia, fatta dal sindacato dei giornalisti, di conflitti di interesse presenti tra politica e tv.

Inutile piangere merenda, ora. Tre colleghi sono stati licenziati. E comunque sia, la battaglia comincia ora, perché Ordine e sindacato non abbandoneranno i colleghi a cominciare dal fatto che il licenziamento sarà impugnato in tribunale, visto che è stato fatto in sfregio della legge, senza tenere conto delle discriminanti della 223 sui licenziamenti collettivi. Questo è l'inizio. Poi si vedrà».

Non sono mancati i commenti (anche critici) al post del presidente dei giornalisti. Franchi ha risposto a chi ha accusato l'Ordine di avere «finalmente battuto un colpo». Leggi sotto:

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