Maestri di sci e albergatori, è scontro sugli «abusivi»

di Mariano Marinolli

È un boccone amaro da digerire per gli operatori turistici e per le società degli impianti di risalita: il provvedimento assunto dal Collegio provinciale dei maestri di sci per la tutela della loro professionalità non piace e si profila uno scontro tra albergatori e scuole di sci. In estrema sintesi, gli accompagnatori dei turisti stranieri sulle piste del Trentino dovranno accreditarsi presso le scuole di sci, se non possiedono titoli equivalenti a quello di maestri di sci. Servizio turismo della Provincia, e così Trentino Marketing e il Collegio provinciale dei maestri, sono stati contestati apertamente nell'assemblea di zona con gli operatori di Folgaria, Lavarone, Brentonico, Bondone e Paganella.

È giusto difendere l'immagine e la professionalità dei nostri maestri di sci opponendosi all'abusivismo, soprattutto quello praticato dagli accompagnatori dei gruppi stranieri che si improvvisano istruttori togliendo il pane dai denti ai veri maestri? Spesso succede che i tour operator stranieri organizzano i soggiorni invernali facendo arrivare in Trentino centinaia di sciatori accompagnati da animatori o, al massimo, da istruttori di sci che non hanno alcun brevetto o patentino riconosciuto dalla loro federazione. Sono per lo più giovani che si accontentano delle spese di viaggio e albergo, oltre a qualche centinaio di euro alla settimana. Questi sono i nemici dei maestri di sci perché impartiscono lezioni senza aver titolo per poterlo fare. Ogni giorno, da parte delle 46 scuole di sci trentine, giungono segnalazioni alle forze dell'ordine, ma è impossibile stabilire i limiti della legalità: ognuno è libero di imparare a sciare con chi vuole e non esiste alcuna legge che vieti una guida turistica ad accompagnare una comitiva sulle piste di sci, tranne per chi si spaccia per maestro, quando maestro non lo è. Però, per salvaguardare la categoria dei maestri di sci si rischia di danneggiare il turismo: è quanto ha sostenuto nell'assemblea di zona il presidente della società di impianti a fune Paganella 2001, Eduino Gabrielli. «Forse mi sono lasciato trascinare dalla foga e il mio intervento può essere stato interpretato come una dura critica e una polemica verso i maestri - racconta - però ho voluto solo portare il caso della Paganella: fino allo scorso anno un quotato tour operator mandava da noi parecchi turisti del Belgio, che ora non vengono più in Trentino perché sono stufi di prendere denunce dai nostri maestri di sci».

Gli operatori turistici sono contrari a quest'alzata di scudi di Provincia e maestri di sci e, in sintonia con Gabrielli, si sono espressi anche altri rappresentanti delle località turistiche invernali, come la direttrice e il presidente dell'Apt dell'Alpe Cimbra (Folgaria, Lavarone e Luserna), e i rappresentanti delle varie categorie di albergatori. «Cosa ci guadagnano i maestri di sci - osserva ancora Gabrielli - allontanando gli istruttori stranieri? Nulla. Perché, piuttosto di accreditare gli accompagnatori presso le nostre scuole con i maggiori costi che ne derivano, i tour operator preferiscono dirottare altrove i loro clienti. Noi, invece, ci rimettiamo sulle vendite di tessere skipass e gli albergatori hanno perso una clientela che si era fidelizzata nel tempo alla Paganella».

La soluzione? «Bisogna trovare un modo di reciproca convivenza: non si può continuare a difendere il principio che i maestri di sci sono sovrani. In assemblea ho solo invitato Provincia e maestri a riflettere su questo provvedimento che finisce solo per danneggiare il turismo e allontanare gli stranieri dal Trentino. Il mercato è libero e tale deve rimanere, anche sulle piste». Gli albergatori, dal canto loro, sostengono che gli stranieri vengono per divertirsi e non per diventare campioni di sci; pertanto, a loro sta bene un'escursione sulla neve anche con chi maestro non è.

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