Scuola, Di Fiore (Uil): «In Provincia meno arroganza e più soluzioni»

La Uil è preoccupata per la situazione nella scuola in Trentino

Dopo la notizia del commissariamento per gli uffici scolastici del Trentino, avvenuto formalmente l'8 novembre e ora sospeso in attesa dell'udienza al Consiglio di Stato il 23 febbraio prossimo, il segretario della Uil scuola Pietro Di Fiore si dice preoccupato, sia per il clima negli istituti, sia per il comportamento della Provincia.
Eravate a conoscenza della nomina da parte del ministero di un commissario?
«No, non sapevamo nulla. Se n'era parlato, si vociferava, ma non c'è stata nessuna ufficialità. Ma da quello che ho appreso più che di un commissariamento possiamo parlare di un ispettore venuto a verificare una situazione legata all'azione di Delsa».
Però non ha potuto verificare. 
«Non so se la Provincia è stata trasparente o meno, non ero presente e non so cosa sia accaduto. Quello che è certo è che questo commissario ha avuto delle difficoltà e che l'amministrazione negli ultimi tempi ha peccato di presunzione, a volte di arroganza». 
Si riferisce alle ordinanze?
«Sì: se ad agosto fosse intervenuta non si sarebbe creato questo polverone. Poi va sottolineato che è tutto ancora in corso, non si sa ancora chi abbia ragione».
Mauro Pericolo ha parlato di un atteggiamento, usando un eufemismo, poco collaborativo da parte degli altri sindacati. 
«Sono frasi ingenerose e mi fanno arrabbiare. Abbiamo agito anche noi e tutelato gli insegnanti. Delsa difende un piccolo sottogruppo, quello dei docenti della primaria e solo quelli con il diploma magistrale: ma il mondo della scuola è molto più grande».
Politica e sindacati, solitamente, dicono uno bianco e l'altro nero, però poi cercano di ragionare per trovare una tonalità di grigio insieme, dopo legittime liti, anche furiose. In questo caso pare invece che sia guerra aperta. 
«È molto vero. Io penso che un'organizzazione sindacale debba cercare soluzioni di politica sindacale. Noi, ad esempio, il 17 gennaio avremo un incontro con Rossi. Comunque tutti dovremmo confrontarci per delle soluzioni, supportando i diritti di ognuno: la scuola è la nostra casa e se crolla ci restiamo sotto tutti». 
A proposito: molti dicono che il clima che si respira nelle scuole non è bello. Se per "colpa" di Delsa, della Provincia, dell'assessore, dei professori non è nostro compito dirlo, ma lei lo conferma?
«Purtroppo è vero, non c'è un bel clima e le tensioni tra insegnanti stessi ci sono. Per quanto riguarda le responsabilità sono da condividere: il presidente Rossi è stato presuntuoso a dire "prendetevela con me", gli insegnanti sono divisi in gruppi e noi sindacati non dobbiamo fomentare guerre tra precari, quindi tra poveri, e lavorare per i diritti di tutti. Prendiamo esempio da Bolzano, con una graduatoria unica, chiaramente con punteggi differenziati per titoli».
In tutta la vicenda, non ancora conclusa, chi ci rimette sono probabilmente gli studenti: si parla poco o nulla dei programmi, delle materie, delle innovazioni e invece si litiga in tribunale. 
«Va detto che la materia è molto complessa e negli ultimi anni si sono alternati vari ministri che hanno ogni volta cambiato le carte in tavola. Io spero che questa vicenda si risolva e che Ugo Rossi la prenda come una lezione per il futuro, per impegnarsi di più a trovare delle soluzioni». 

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